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1.C’è una parola che nessuno riesce a pronunciare fino in fondo. La parola rinnovamento non fa male, quella più diretta di indagato fa male (a proposito proprio oggi il Quotidiano ha vinto una causa contro un magistrato). Sarebbe bello se chi difende l’innocenza di un indagato lo facesse per cultura realmente garantista e chi, al contrario, sostiene l’incandidabilità degli indagati perchè le liste non possono essere un carro trainato da monatti lo rivendicasse per la convinzione di un principio di legalità. Gira invece una strana teoria: chi è indagato per rimborsopoli non deve ricandidarsi alla Regione. Può farlo invece altrove, al Parlamento, ad esempio. E chi è indagato in altri enti può invece candidarsi alla regione. Bah!

2.Che cosa significa trovare un accordo? Significa, a mio avviso, trovare una sintesi per il bene dei lucani, per il futuro della Basilicata. Tutto questo, allo stato dell’arte, mi pare sia residuale. Per ora trovare l’accordo significa “mettersi d’accordo”. Ci hanno abituato a ragionare per appartenenze. Di fatto avevamo una situazione nella quale Folino e De Filippo sono andati ciclicamente ai materassi. Poi si sono, ancora una volta, ritrovati. E ci eravamo lasciati con il nuovo nemico, Marcello Pittella.

La vittoria del gladiatore ha fatto saltare i piani, un incidente della storia, sostengono. Cosa significa? Magari mi sbaglio, mi sembra che voglia dire che qui i processi evidentemente devono essere controllati. Chi garantisce allora il cambiamento? Coloro che stanno dentro il sistema che deve cambiare? In queste ore si lavora dunque per l’unità. Che sia unità su una prospettiva  di rilancio, non di divisione di postazioni. Altrimenti possiamo dire: abbiamo scherzato. E, soprattutto, potevamo risparmiarci tutta questa guerra di nervi

3. Oggi pubblichiamo un’intervista a Braia fatta da Salvatore Santoro. Giustamente (dal suo punto di vista) non molla. Saranno voci ma non mi sembrano inverosimili quelle che sostengono che Antezza avrebbe già un altro candidato da mettere in lista se lo stop a Braia dovesse essere insuperabile. Una persona vicina alla sua famiglia. Questo vale anche per altri candidati. Può darsi che rappresentino il meglio che la Basilicata possa augurarsi. Ma cambiando  l’ordine degli addendi il risultato non cambia.

4. Piero Lacorazza esce dal guscio dell’understatement, cambia strategia, prova a spostarsi sui contenuti e attacca Pittella: “Io ho accettato la sconfitta, avrei potuto fare ricorso. Lui accetti la vittoria”. Ma, battuta per battuta, la migliore rimane quella di Antonio Luongo all’assemblea di domenica. “Siamo qui perchè Bersani ha perso”. Mai vista una sintesi così efficace

5. C’è una pagina di storia lucana che io non ho vissuto. E’ stata quella del governo Bubbico. Mi raccontano di una sorta di epoca d’oro. Con il generale protetto dalla cortina comunista, inavvicinabile eppure in grado di stabilire un grande amore con la sua terra e i suoi corregionali. Non se ne crucci De Filippo. Le cose lontane sono sempre più romantiche. Ma proprio per questo sono scettica sulla eventualità (onestamente un po’ improbabile) di rivederlo in campo da candidato governatore come ripetono dal quartier generale dovesse andare male la trattiva con Pittella e si dovesse arrivare a una scissione. Un grande amore, quando passa, non torna mai. Anzi, c’è il rischio, che pregiudichi anche il ricordo di quello che ha significato”.

l.serino@luedi.it

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