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Grazie ad internet si possono avere delle gradite (o sgradite) scoperte. Chi pensava ad esempio all’unicità di alcune cose di casa nostra…, deve ricredersi. Ad esempio la “mitica” fontana di Giugno, posta all’inizio di corso Mazzini, che è il luogo di ritrovo abituale di quanti dopo la “prima vasca”…, vanno a rifocillarsi, è presente in tanti altri centri. A fine Ottocento, quando la fontana arrivò a Cosenza, fu sistemata nell’attuale piazza Piccola (a chiazza di pisci)…, e poi fu “scesa” al Carmine. Ora sappiamo che lo scultore che realizzò l’opera denominata l’Été si chiamava Mathurin Moreau; l’artista presentò il prototipo, scolpito nel marmo e catalogato con il numero 4514, nell’Esposizione Universale di Parigi nel 1855. Grazie all’intraprendente fonditore Jean-Pierre Victor Andrè, che fu il creatore delle ghise d’Arte Val d’Osne, furono realizzate in serie delle opere di numerosi artisti francesi, ed importati in Italia dalla Fonderia Artistica Industriale Francesco De Luca di Napoli nel 1889. Il personaggio della fontana, un giovane efebo sembra rappresentare l’estate o meglio il mese di giugno che nel calendario repubblicano francese è il “Messiodor”: dono delle messi. Duplicati dell’Eté di Moreau sono: ad Ortona Magliano Dei Marsi (gli abitanti lo chiamano Clelia), ad Alife (Caserta), a Terracina (Latina), a Matrice (Campobasso) a Fornelli (Isernia) e a Cosenza e qui, come ad Alife, il giovine che sormonta la fontana, è chiamato “Giugno”. Ma un’altra copia è pure a pochi chilometri dalla nostra città, a San Pietro in Guarano…, e qui la fontana ha anche il nome “Pietro”, infatti gli abitanti del centro presilano la chiamano la “Fontana di Pietro Giugno”.
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