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POTENZA – Lacorazza apre ai renziani e al loro manifesto composto da 5 punti programmatici. Insomma muove qualche distinguo, abbraccia completamente un paio di punti ma di fatto apre il dialogo. In realtà Miko Somma è stato il primo a dichiarare il proprio sì ai 5 punti di renziani. Ma nei chiarimenti del giorno dopo si è compreso che l’appello è rivolto solo a quelli del Pd.
In pratica solo a Piero Lacorazza e Marcello Pittella. Perché i renziani, che siano di Potenza, Matera, Firenze o Roma puntano al Pd. Puntano alla leadership del Partito democratico nazionale e quindi anche in Basilicata osservano le dinamiche interne a tutto il centrosinistra ma essenzialmente al Pd. E quindi il passo del presidente della provincia di Potenza è un segnale chiaro. Anche perché avviene nelle stesse ore in cui l’altro candidato Pd, Marcello Pittella diceva un no secco – nell’incontro in cui è stata sancita l’alleanza con Roberto Falotico -al secondo punto dei renziani.
Insomma la partita si arricchisce di spunti e gli schieramenti iniziano ad allargarsi. Ad ogni modo Lacorazza da Matera rompe gli indugi e apre ai renziani che martedì scorso si sono incontrati Melfi per discutere della scelta di non presentare un proprio candidato alle Primarie e per redigere un documento con i punti da proporre ai candidati in corsa che serve a evitare il frazionamento dei voti renziani da una parte e dall’altra.
Lacorazza in ogni caso ha dichiarato: «Le primarie servono soprattutto per discutere idee e programmi per la Basilicata, oltre che per scegliere il candidato presidente del centrosinistra. Ben vengano, quindi, gli spunti e le proposte che aiutano il confronto. Quelli che vengono dall’area del Pd che fa capo a Matteo Renzi sono di sicuro interesse ed affrontano temi importanti».
E quindi punto per punto ha chiarito: «Sul “rinnovamento totale del Consiglio regionale” io la penso così: sono per il rinnovamento (di persone, idee e programmi), ma rispetterò le decisioni dei partiti politici, nel quale si riconoscono anche le persone che fanno riferimento all’area Renzi, che mi auguro siano in grado di affrontare la questione in maniera adeguata. Sulla storia del “chi vince le primarie del centrosinistra non deve premiare gli sconfitti” per me è ancora più semplice: le primarie non sono il congresso del Pd, e quindi non ci sono quote e percentuali: si vota per scegliere il candidato presidente del centrosinistra, e basta».
Al terzo punto e cioè alla riforma elettorale, Lacorazza risponde: «Il discorso è più complesso, perché il neocentralismo imperante, insieme alle discusse misure di spending review attuate anche a scapito della democrazia, ci consegnano una Regione con 20 consiglieri e 4 assessori e la prospettiva dello scioglimento delle Province. In questo quadro la rappresentanza democratica dei territori si affievolisce, e quindi è giusto che ad ogni territorio corrisponda un eletto, ma occorre individuare, con il nuovo Statuto della Regione e con una nuova legge elettorale, il sistema migliore per garantire la rappresentanza dei territori».
Sulla riduzione degli enti ha spiegato: «Il criterio deve essere quello del merito e delle competenze, una selezione pubblica e aperta per trovare in Italia e in Europa (meglio ancora se c’è in Basilicata) una persona che possa guidare la futura Agenzia per la protezione dell’ambiente indipendente e autonoma, è la priorità assoluta». Condivisione sostanziale anche del quinto punto. Lacorazza quindi ha concluso: «Non so quanto possano piacervi o soddisfarvi queste mie opinioni sulle vostre proposte. Sono comunque disponibile ad approfondire ogni questione. Buone primarie a tutti».
s.santoro@luedi.it
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