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PIERO LACORAZZA: INVESTIRE IN FORMAZIONE E’ LA PRIORITA’ ASSOLUTA

LAVORO – Lacorazza punta molto non tanto sulle strategie da applicare per risanare il mercato del lavoro quanto piuttosto sulla formazione. Unversità, scuola e ricerca sono i tre punti fondamentali per fare uscire la basilicata dalla crisi attuale. Non a caso nel programma elettorale si punta molto a questo aspetto: sviluppo e lavoro si ottengono sostenendo a tutto tondo formazione e crescita. La Regione quindi dovrà sostenere e finanziare queste specificità. Questo in termini pratici si traduce in nuovi interventi sulle infrastrutture, implementazione delle tecnologie e sostegno al network della ricerca universitaria. In questo modo si cercherà di favorire la creazione di nuove imprese sul territorio e quindi la possibilità di creare sviluppo. Per fare questo però bisognerà trovare le risorse necessarie.

PETROLIO – Non si può fermare le estrazioni, è una cosa impensabile. ma qualcosa si può fare a tutela dei territori ed è fermarsi a quanto è stato fatto fino ad oggi. Non si potrà estrarre ulteriore petrolio e automaticamente non si potranno aprire nuovi pozzi. Quindi la produzione di greggio in basilicata dovrà fermarsi qui. Fermo restando, però, che bisognerà applicare nuove strategie a tutela dell’ambiente nella zona della Val D’Agri e soprattutto riaprire un tavolo di discussione con lo Stato per rivedere gli accordi fatti fino ad oggi. Da questo punto di vista le royalties dovranno essere rimodulate perché alla Basilicata spetta di più rispetto alla bassa percentuale destinata fino ad oggi. Ma il punto fondamentale è un altro: non ci saranno nuove trivellazioni e raddoppi.

AMBIENTE – È il primo punto messo in agenda da Lacorazza. La prima cosa da fare, secondo il candidato, è essere rigidi, anche di più, rispetto a quanto prevede la normativa comunitaria. Per fare questo c’è bisogno di maggiore programmazione e più finanziamenti relativi alla sostenibilità ambientale. Ma serve anche che la regioni si doti di un regolamento ancora più rigido. Sul fronte degli enti per Lacorazza c’è da fare tabula rasa. L’Arpab dovrà diventare un’autorità indipendente e con i vertici selezionati attraverso concorsi pubblici e trasparenti. Altro aspetto da tenere in considerazione è l’agricoltura come strumento per la difesa del suolo lucano. Ben vengano allora gli agriturismi e le vendite a chilometro zero.

TRASPARENZA – È forse l’argomento più delicato da affrontare dopo rimborsopoli e il caso che ha colpito anche la Provincia di Potenza. Non a caso Lacorazza glissa su questo aspetto, raccogliendo però le posizioni di candidato di rottura rispetto alla gestione precedente. L’unico aspetto concreto riguarda l’apparato stesso della Regione. Ci dovrà essere più trasparenza. I punti cardine sono open data e tracciabilità completa delle procedure regionali.

 

MARCELLO PITTELLA: L’ESPERIENZA DA ASSESSORE GIOCA UN RUOLO FONDAMENTALE

LAVORO – Già come assessore regionale alle Attività produttive Marcello Pittella aveva lavorato molto sul fronte economico. L’ultima operazione riguardava un finanziamento di 29 milioni di euro per il rilancio dell’occupazione. Per Pittella l’investimento primario è questo: ricerca, formazione e sostegno al tessuto socio-economico. Questo dovrà tradursi in una nuova visione del mercato del lavoro in Basilicata che guardi sia alle domande dei lavoratori che a quelle del mondo datoriale. E ancora: microcredito, apprendistato e credito d’imposta sono le ricette per frenare la disoccupazione giovanile. Più si investirà in termini economici nei prossimi anni, meglio la regione riuscirà a risolvere la crisi e a contrastare anche la fuga dei cervelli. Altre strade non se ne vedono.

PETROLIO – Pittella è l’uomo che di fronte alla vertenza sull’eolico aperta da Zefiro sul territorio di Matera ha dichiarato che la Regione non avrebbe potuto bloccare il progetto per non incappare in sanzioni. Sul petrolio è ancora più determinato: è la fonte di sviluppo della Basilicata ma c’è bisogno di rivedere le royalties. Dal 7% attuale incassato a livello regionale si dovrà passare al 50% ma bisognerà modificare la legge nazionale. Intanto, però, con quello che si è ottenuto fino ad oggi è stato costruito molto, e l’area della Val d’Agri dovrà riconoscere questo impegno. Sul raddoppio o l’apertura di nuovi pozzi per le estrazioni c’è da ragionarci, bisogna che siano convenienti per la Basilicata in termini puramente economici.

AMBIENTE – Petrolio e tutela devono andare di pari passo. Bisognerà implementare e rafforzare la rete dei controlli sul territorio, soprattutto quelli ad alta vocazione petrolifera. A fianco a questo c’è da reimpostare completamente il modo di fare impresa in Basilicata, favorendo la green economy e allineandosi alle direttive europee. C’è ancora da lavorare sulla tutela della salute dei territori petroliferi. Durante l’incontro con Total Pittella aveva ribadito che il concetto che il modello di interlocuzione aperto con le società petrolifere era la strada migliore da percorrere per tenere sotto controllo i territori. Certo è un po’ poco ma il programma è ancora in fase di definizione e potrebbe implementare ulteriori novità.

TRASPARENZA – Subito dopo lo scandalo di rimborsopoli Pittella rilasciò questa dichiarazione: «Ci sono amici che devono analizzare la propria coscienza per le scelte che hanno compiuto e che ancora oggi non trovano motivazione e giustificazione. In genere la politica è l’arte dell’impossibile ma penso che in questo caso si sia superato anche l’impossibile». Suona come un monito rivolto allo stesso Pd.

 

NICOLA BENEDETTO: LO SVILUPPO LUCANO CON AZIONI SINERGICHE

LAVORO – Guai a rinunciare alle responsabilità politiche ed istituzionali. Lo ha detto più volte Nicola Benedetto in qualità di assessore all’Agricoltura. «La prossima legislatura – disse poco tempo fa – regionale risulterà determinante per le nostre popolazioni e i nostri territori essenzialmente per effetto di due fattori: la nuova programmazione dei fondi europei – in agricoltura coincide con la nuova Pac; la svolta da imprimere nella gestione delle risorse petrolifere, gas e rinnovabili. C’è bisogno di una nuova mentalità di sistema che metta insieme disponibilità e impegno non solo della Regione ma di tutti i soggetti sociali in campo che hanno necessità, prioritariamente, di ritrovare unità e sinergia». Non solo Regione quindi ma un lavoro “di gruppo” per rilanciare l’occupazione lucana.

PETROLIO – C’è da fare definitivamente i conti con il petrolio e questo Benedetto lo sa bene: «Credo che non ci sia prezzo per il sacrificio ambientale che il nostro territorio e le nostre popolazioni sono costrette a subire per il contributo della Basilicata ai fabbisogni energetici nazionali attraverso i propri pozzi di petrolio. E se è vero che il petrolio della Val d’Agri è “un bene comune” dell’intera regione, al pari dell’acqua e di ogni altra risorsa naturale, tutti gli abitanti, indistintamente, devono poter conseguire vantaggi, non solo compensativi rispetto alla sostenibilità ambientale effettiva delle attività d’estrazione, ma anche in prospettiva futura come investimento in un percorso comune di sviluppo che abbia ricadute concrete, e quanto più ampie possibili».

AMBIENTE – «L’obiettivo per me è quello di adeguare le politiche ambientali regionali, approfondire ed emendare il ddl della Giunta sulla nuova Arpab, individuare strumenti e azioni che vadano bene in tutte le situazioni di tutela e salvaguardia dell’ambiente, del territorio e della salute dei cittadini, pur riconoscendo in alcuni casi specificità e quindi differenti soluzioni». Così parlava Benedetto in una dichiarazione risalente al 2012. In termini di tutela ambientale Benedetto è sostenitore della responsabilità come Regione. In termini ambientali questo si dovrebbe tradurre in maggiore chiarezza e trasparenza sulle fonti inquinanti nella Val d’Agri e soprattutto con un piano di azione che coinvolga su più livelli sia la Regione che i Comuni.

TRASPARENZA – Stando a quello che dicono all’interno di Centro Democratico, il codice etico risulterebbe ancora più stringente rispetto a quello del Pd. Eppure all’interno di rimborsopoli ci è finito anche l’assessore. Forse è per questo che sulla trasparenza e il resto non si va oltre il laconico «recupero della fiducia per le istituzioni». In ogni caso questo è forse uno dei fronti di sfida più importanti ma continua a restare in secondo piano.

 

MIKO SOMMA: UN PIANO PRECISO PER RIVOLTARE LO SCHEMA

LAVORO – Somma si affida al programma, ed è quello più completo e anche più radicale. Difficile chiuderlo in diverse categorie. Fermo restando che l’istruzione rappresenta un punto fondamentale il ragionamento sull’imprenditoria è quello che forse può rientrare in maniera più chiara sul tema lavoro. Introduzione del voucher compensativo trasferibile regionale, diminuzione del peso burocratico, applicabilità di scontistica fiscale, percorsi agevolati per la formazione di coop e consorzi, creazione di una consulta mista regionale per piccole e medie imprese, sportello regionale dell’Impresa, sottoposta a controllo della Consulta, micro-credito agevolato. È solo una parte di un progetto molto più ampio che punta al rilancio di tutti i settori e va di pari passo con uno stretto controllo dell’industria

PETROLIO – La posizione è più che chiara: blocco delle nuove concessioni con promozione di una legge regionale per regolamentare le attività minerarie, blocco alla concessione dell’assenso a qualsivoglia procedura connessa, sistema di monitoraggio pubblico, pluri-giornaliero e partecipato da associazioni e comitati degli inquinanti delle estrazioni presso i singoli pozzi e delle lavorazioni, indagine epidemiologica sui danni delle estrazioni e del trattamento del greggio e del gas, richiesta di ridiscussione del cosiddetto memorandum e cancellazione di ogni istanza di ricerca, di coltivazione e di stoccaggio, nonché di ogni istanza o permesso di ricerca di idrocarburi sull’intero territorio regionale, eccezion fatta per i permessi già contrattualizzati.

AMBIENTE – Su questo punto ci sarebbe molto da discutere, perché Somma ha messo insieme diversi aspetti. Dalla tutela dell’economia agricola fino ad un sistema integrato di riciclo e rilavorazione dei rifiuti che si unisce anche al blocco sulla costruzione di nuove discariche. Una delle proposte riguarda  la precisa “indicazione del sistema biologico-tradizionale di coltivazione come unico sistema compatibile e permesso nel territorio regionale con divieto espresso all’uso di fitofarmaci, insetticidi e sostanze chimiche di sintesi, concimi di sintesi, farine animali e sementi ogm anche rivolte alla sola alimentazione animale”. Ma c’è anche la “ Dichiarazione programmatica e statutaria dell’incontaminatezza del territorio come obiettivo prioritario”.

TRASPARENZA –  Da questo punto di vista non si fanno sconti: uno dei punti riguarda gli emolumenti sulle attività di rappresentanza. Questi dovranno essere divisi in tre parti uguali. Un terzo sarà utilizzato per organizzare il movimento e a finanziare le attività di comitati, associazioni, gruppi, un terzo sarà destinato alla costituzione di un fondo sociale e soltanto l’ultima parte di questa suddivisione costituirà i compensi. della giunta.

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