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MOLTE e persino molti mi sollecitano: perchè non proponi una donna alla guida della regione? Mentre scrivo ho davanti a me due fogli:una lettera anonima che ingiuria l’ex assessore Rosa Mastrosimone accusando di turpi complicità il collega Antonello Grassi che l’ha intervistata per il Quotidiano. L’altro foglio è un ritaglio del Corriere della Sera di quest’estate, il ritaglio di un articolo in cui l’autore si augura che a dirigere il nuovo Washington post di Jeff Bezos possa essere una donna. Perchè solo le donne – è il senso del ragionamento – sanno fare oggi battaglie giuste.
Ecco, io credo che questi due fogli siano due eccessi. E, sia pure consapevole della specifica concretezza d’azione di cui siamo capaci di essere portatrici noi donne, aggiungo che questa questione di indicarci tanto per assolvere a un impegno, non mi è mai piaciuta. Sento dire che il Pd vorrebbe candidare qualche signora nel listino, per evitarsi la fatica di sostenerla elettoralmente ed assolvere all’impegno di genere. La Puppato si è sottoposta a una battaglia. Non so altre forze politiche come sono orientate. Chiedo: ce ne sono donne in Basilicata che hanno voglia di mettersi in gioco? Alle primarie, dico. Se non ce ne sono, non è un peccato, dal mio punto di vista.
Non c’è nulla di più eversivo che essere se stesse fino in fondo. Non è né una deminutio né un sintomo di stupidaggine. Ho sempre fatto un ragionamento molto elementare. Ci sono donne che al pari di certi uomini hanno grandi capacità di visione e programmazione. E ci sono donne che al pari di certi uomini valgono zero. Nel mio viaggio ad Aliano ho conosciuto due donne che meritano di essere ricordate. Una è Sisina, la ristoratrice alberghiera instancabile che ha cucinato per tutto il paese e tutti gli ospiti e a chi le ha chiesto un supplemento d’ospitalità nel suo ristorante, pur stremata, non ha detto no. L’altra è Maria Santomassimo. Confesso che non sapevo chi fosse. Sono stata attratta dalla sua bella casa e le ho chiesto di entrare. Ho scoperto così che è stata il primo sindaco donna della Basilicata, all’inizio degli anni Settanta, dunque sull’onda del ’68, farmacista, votata dai contadini, il sindaco che volle le spoglie di Levi ad Aliano. Abbiamo parlato a lungo e ho percepito una modernità di pensiero progressista gemmato dalla terra quando aveva appena ventisei anni. Oggi ne avrà una settantina. Io farei una statua sia a Sisina che a Maria.
Le comunità hanno bisogno di accoglienza, di scommesse ardite e anche di soluzioni istantanee. La vera differenza tra gli uomini e le donne è nei “poteri sostitutivi” che sono ampiamente diffusi nel genere femminile e di cui invece sono sprovvisti quasi tutti gli uomini. Per poteri sostitutivi intendo la capacitò di trovarsi dentro i problemi e intuire che se la soluzione migliore che ci piacerebbe non arriva, c’è comunque un piano B che può essere messo in atto. Tra l’esasperazione per l’impossibile che diventa utopia e l’angoscia di un’assenza c’è spesso una rassicurante via di mezzo. Le donne non rinunciano ai sogni, ma spesso ne hanno uno di scorta. Già solo per questo una donna meriterebbe di guidare una comunità. Ma bisogna volerlo. Dire no può significare inadeguatezza ma può essere anche uno straordinario narcisistico gesto di sprezzante superiorità.
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