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IN QUESTA prima serata di festa dei Giovani Democratici a Potenza la sorpresa è arrivata dal segretario provinciale Antonello Molinari. Ha parlato da candidato alle primarie, davanti a De Filippo e Restaino che invece erano in mezzo al pubblico.

Non c’è stata ufficializzazione ma le sue parole suonano come quelle di una campagna elettorale. In questo clima di negazione del passato Molinari dice che «non tutto è stato sbagliato, in questi anni sono tanti quelli che hanno lavorato e fatto sindacato in questo territorio». È vero, con rimborsopoli c’è stata una cesura, un passaggio, ma il giudizio «deve essere politico, l’altro lo lasciamo ad altri palazzi che esercitano un potere diverso». La ricetta è quella del renziano «Abbiamo bisogno di persone nuove che discutano sui programmi, un cambio di fase che porti con sé un giudizio politico collettivo». E poi l’appello ad una unità che non va tanto d’accordo con le divisioni tra correnti di questi ultimi giorni. «Ci vuole una iniezione – dice Molinari – di lealtà e fiducia reciproca. Basta scontri o divisioni». Di cosa ha bisogno ora la Basilicata? «Credo abbia bisogno ancora del Pd, di persone che conoscano il territorio, di nuovo welfare ancora più forte». Tutto questo si è scontrato un po’ con quello che il segretario dei Giovani Democratici, Michele Palo ha lanciato nell’introduzione. Il passato è stato un errore, i giovani sono pronti a stilare un documento da consegnare a tutti i candidati alle primarie. Bene, ma Iudicello ha ricordato: «no a posizioni manichee, buoni contro cattivi o fazioni. Ci vuole un nuovo spirito di comunità-partito e comunità-regione». Come dire che sì, anche se c’è una forma di «clientelismo nobile» da queste parti si è andati un po’ troppo oltre. Eppure Palo vorrebbe ricominciare da zero, lanciando anche qualche messaggio al “vecchio” De Filippo su quel servizio civile regionale «mai realizzato».

v.panettieri@luedi.it

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