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DOPO il montante destro arrivato con l’esproprio dei fondi della Card Benzina, conseguente una postilla inserita nella legge da parte dei “soci leghisti” del governo Berlusconi, senza che i rappresentanti lucani in seno all’allora maggioranza di governo se ne rendessero conto, dopo aver lasciato passare l’enunciato di principio contenuto nella relazione collegata all’art.16 del Memorandum che di fatto declassa tutte le attività della Basilicata al rango di “attività minori” sacrificabili per il superiore interesse della Nazione di sfruttare il petrolio lucano, un ulteriore pugno in faccia arriva ai decantatori delle merabilie del Memorandum: i soldi che verranno erogati (se mai succederà) non saranno gestiti dalla Regione Basilicata ma utilizzati di concerto con il MISE dando alla nostra Regione solo la possibilità di esprimere un “parere vincolante”.
Purtroppo le cose stanno anche peggio di come giustamente faceva notare nel suo editoriale il Direttore del Quotidiano Lucia Serino: «sarà il Mise, il ministero dello Sviluppo economico a gestire progetti e destinazione. In pratica una sfiducia totale nella capacità valutativa della nostra classe dirigente. Un brutto colpo, della serie: eccovi i soldi, ma vi diciamo noi come spenderli», perché questo elemento coniugato con quello di principio, già espresso nella formulazione dell’art.16 «lo sviluppo delle attività petrolifere (…) risulta rallentato o impedito dalle difficoltà derivanti dall’insediamento degli impianti di estrazione di idrocarburi, spesso in competizione con altre attività di sfruttamento del territorio, generalmente di minore valore economico ma fortemente radicate e che generano occupazione» dovrebbe far intendere a chi è dotato di ragione che le scelte di sviluppo regionale hanno cambiato mano e sono tornate strettamente nelle mani del Governo centrale espropriando, di fatto, la Regione Basilicata del potere di scelta e indirizzo, espropriati per manifesta incapacità.
Questi i formidabili risultati di una gestione politica fatta da Roma, pensando alle cose romane, con il seggio garantito da una legge elettorale vergognosa e dal “brand” Berlusconi ai rappresentanti nazionali del Pdl, questi i risultati della politica del non-fare della giunta De Filippo e del Partito Democratico che governa questa Basilicata del disastro da 20 anni.
Negli ultimi tre anni le royalties erogate ammontano in totale a: Regione 307.597.000; Comuni 58.200.000; Bonus 156.779.000. Che benefici per la Basilicata oltre al mantenimento del Sistema Basilicata? Che fine hanno fatto questo soldi? Quale recupero produttivo strutturale e di posti di lavoro a tempo indeterminato hanno prodotto? Tutto questo al netto dei danni gravissimi prodotti all’ambiente e ai cittadini della Val d’Agri in questi anni di sfruttamento senza controllo, senza una rete di protezione e monitoraggio sanitario attiva, senza una salvaguardia delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Nella nostra Regione ci vorrebbe un po’ di attenzione e competenza, piuttosto che blaterare scriteriatamente ad ogni piè sospinto di infrastrutture, bisognerebbe informarsi, mi pare incredibile che figure politiche di primo piano di questa regione ignorino che le opere di cui parlano non solo sono già state finanziate (Piano per il Sud) ma si trovano in uno stato di progettazione avanzato tanto che potrebbero vedersi i primi appalti partire nel prossimo autunno.
Un idea innovativa per la nostra Regione?
Che questi Signori vadano a casa a rioccuparsi del loro lavoro (chi ce l’ha) o, finalmente, a trovarsene uno; una idea di sviluppo nuova per la Basilicata è possibile, ma quando una terra è occupata da nemici (anche se questi ahimè sono nemici nati da questa stessa terra) il primo obbligo è liberarla. Liberiamo la Basilicata.
*Fratelli d’Italia
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