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GENTILISSIMO direttore,
ho letto con interesse il suo editoriale in cui analizza le condizioni politiche della nostra regione e le sue prospettive anche in attesa delle decisioni che le forze politiche e sociali si troveranno ad assumere in vista delle prossime consultazioni elettorali per il rinnovo del Consiglio regionale causate per la prima vota dalle dimissioni del presidente in carica e dalla conseguente interruzione anticipata della legislatura.Avremo modo, se vorrà, di analizzare questo frangente della storia della nostra regione che ricapitola una fase che è giunta ad una conclusione e che fa intravvedere scenari nuovi e di rottura rispetto al quadro politico che ha governato la regione nell’ultimo ventennio.
Non condivido il suo giudizio senza appello su un centro destra senza anima e, se vorrà, potremo provare a descrivere il corso di questi anni ed i tentativi che esso ha compiuto, riconosco senza successo, per provare a costruire un’alternativa democratica di cui la Basilicata ha davvero bisogno.
Parte della crisi del sistema politico lucano, nelle sue diverse manifestazioni, sta proprio nell’assenza di un’alternanza nelle responsabilità di governo che ha trasformato un sistema di governo in un blocco di potere che si auto perpetua.
Un potere che non si e’ affermato per la qualità delle sue risposte, ma per la capacità di distribuire opportunità e vantaggi determinando una rete di complicità e di consenso che dal punto di vista elettorale ha avuto indubbi successi. Le dimissioni di De Filippo manifestano che questo sistema non si regge più. Che non ci sono più le condizioni di una politica distributiva e che la desertificazione produttiva della Basilicata condanna alle proprie responsabilità coloro che nel ventennio hanno avuto ininterrotta responsabilità di gestione.
Dal 1995 importanti protagonisti della vita regionale hanno provato a sconfiggere questo blocco di potere, con coraggio ed impegno, senza raggiungere il traguardo dell’alternanza, che esige una democrazia compiuta. Nonostante questo quadro il centro destra, che ha avuto responsabilità di governo sul piano nazionale, non ha mai mancato di esercitare le proprie responsabilità per incidere sulle opportunità della regione per una tutela degli interessi dei lucani e spinti dall’idea che solo una trasformazione produttiva della regione possa creare il presupposto di un cambiamento dell’assetto politico della regione medesima.
Le battaglia sull’acqua dell’allora sottosegretario Viceconte che ha consentito la stipula dell’accordo sulle risorse idriche con la Puglia ed attraverso di esso l’assegnazione di centinaia di milioni di euro per completare gli schemi idrici e la distribuzione degli impianti potabili ed irrigui in tutti i comprensori lucani.
La battaglia sul petrolio perche’ si trasformasse in un’opportunità per lo sviluppo produttivo ed infrastrutturale della regione: il “memorandum” sottoscritto dal governo Berlusconi e la scrittura dell’articolo 16 del decreto legge sulle liberalizzazioni, vanno in questa direzione.Un anticipo di questa iniziativa e’stata riconosciuta, anche grazie all’iniziativa dei parlamentari del Pdl con l’inclusione di un quadro, di opere strategiche viarie e ferroviarie nel “Piano del sud” predisposto dall’allora ministro Raffaele Fitto.
Con i decreti ministeriali di attuazione dell’art16 si compie questo complesso percorso ; così il memorandum potrà avere la leva finanziaria per poter realizzare i suoi contenuti qualificanti attraverso lo strumento dell’accordo istituzionale di sviluppo che non rappresenta una svalutazione delle capacità delle classi dirigenti lucane, ma una via per il coordinamento e la concentrazione delle risorse in cui la regione potrà far valere la forza delle sue proposte qualificanti che peraltro restano vincolanti.Uno strumento peraltro che coinvolge i Ministeri ed i concessionari statali (ANAS, Ferrovie) nella programmazione di un progetto di sviluppo con una proiezione pluriennale.
Un’opposizione che, ad un esame attento, non è fuggita davanti alle responsabilità ed alle scelte strategiche e che meriterebbe di essere valutata con minore sufficienza.
*Deputato Pdl
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