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POTENZA – Il capitolo più ingente è la «prevenzione e tutela dell’ambiente e del territorio». Mentre la singola voce è una strada: la «transcollinare Murgia-Pollino». Per lei a Roma sono già disponibili 100 milioni di euro, ma i soldi dell’accordo per l’aumento delle estrazioni in Val d’Agri potrebbero essere fino a 3 volte e mezzo tanti. Poi sostegni a industria, turismo, ricerca ed energia pulita.
E’ raccolta in un dossier allo studio del Ministero dello sviluppo economico la lista dei desideri di via Verrastro, un elenco di interventi (GUARDA IL DOCUMENTO A FONDO PAGINA) per «dare un’idea di ciò che, concretamente, sarebbe utile e possibile fare per il bene di questa regione». Aspettando di capire che resterà del bonus idrocarburi appena bocciato dal Consiglio di Stato.
Il documento si intitola «Strategia di sviluppo regionale connessa al contributo della Regione Basilicata alla bilancia energetica nazionale», e risale a poco prima della firma del “Memorandum” tra il presidente Vito De Filippo e l’allora sottosegretario allo Sviluppo economico Guido Viceconte. Da allora è stato utilizzato come base di partenza nella trattativa con il Governo sul nuovo piano industriale di Eni, che nell’arco di qualche anno conta di portare il suo livello di produzione in Basilicata dai 90mila attuali ai 104mila autorizzati nel 1998 e di qui a 130mila. Così dai 4 miliardi di euro iniziali si è arrivati a una stima attuale della metà in investimenti per infrastrutture e occupazione. L’ultima parola spetterà sempre alla cabina di regia da istituire al Ministero per lo sviluppo economico, non appena approvato il regolamento attuativo dell’articolo 16 del decreto “liberalizzazioni”. Ma lo schema è rimasto attuale, tant’è che nemmeno 4 giorni fa, nel pieno del clamore suscitato dal fallimento della card benzina, è stato il deputato Cosimo Latronico a spolverare il progetto della “transcollinare”. Un’uscita che all’inizio a qualcuno può essere apparsa estemporanea, ma il giorno dopo si è chiarita con l’annuncio dell’arrivo imminente dei provvedimenti del ministero attesi da settembre dell’anno scorso. Infine l’invito a un accordo per lo sviluppo, che significa proprio aumento delle estrazioni in cambio di investimenti sul territorio.
Oltre alla Murgia-Pollino tra i “desiderata” della Regione ci sono anche 400 milioni da distribuire ai Comuni per l’adeguamento antisismico delle scuole, 450 per la mitigazione del rischio idrogeologico, 300 per la tutela del paesaggio, e poco meno di 50 per la costituzione di un «dipartimento di tutela ambientale, energetica e fonti fossili», che sa tanto di “assessorato al petrolio”. Ne erano previsti 60 per la bonifica delle aree industriali di Tito e della Val Basento ma nelle scorse settimane il necessario ha trovato un’altra strada. Poi le infrastrutture: 200 milioni per il «nuovo itinerario» e la messa in sicurezza della Potenza-Melfi; 27 per due nuovi svincoli sulla Tito-Brienza; 130 per la Gioia del Colle-Matera; e 300 per il collegamento tra la Basentana e la statale 96 bis che da Tolve arriva fino all’Adriatica. Quanto al capitolo «nuova occupazione» il singolo investimento più impegnativo è quello per «un polo industriale della chimica verde», da realizzarsi con ogni probabilità in Val Basento. Ma ci sono anche 130 milioni per il sostengo al turismo, 40 per la formazione più 2 per l’«alta formazione di disaster manager». Non si sa mai. Infine il “cluster nazionale ed internazionale dell’energia” che dovrebbe costare 230 milioni. Da sommare ad altri 250 per il piano regionale di efficienza energetica, e 250 per l’indipendenza delle amministrazioni lucane dalle fonti fossili di energia.
l.amato@luedi.it
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