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POTENZA – «Mi auguro che Michele Napoli sia protagonista nella prossima campagna elettorale, non come candidato consigliere semplice, ma come governatore». Non solo un auspicio quello di Franco Mattia, né esclusivamente un endorsement pronunciato a livello personale. E lo precisa bene il consigliere regionale, al termine della conferenza stampa sulla Sanità di ieri mattina in Consiglio regionale: «Non parlo solo a nome mio. Penso di poter interpretare la volontà dell’intero gruppo. All’interno del partito la discussione è aperta – continua Mattia –  Ma mi sembra che questa sia al momento l’ipotesi più praticabile. La soluzione migliore: credo sia arrivato il momento di valorizzare le risorse interne piuttosto che guardare all’esterno, con il rischio di una soluzione parziale e a “tempo determinato”. E, a mio avviso, e veramente non solo il mio, Napoli rappresenta il nome più autorevole per la corsa da governatore». Insomma, una mossa in avanti da parte del gruppo del Pdl in Consiglio regionale che “brucia” tutte le tappe di quel percorso di confronto con i partiti più piccoli dell’area di centro destra aperto da Latronico e Viceconte. 

Un annuncio che gli alleati del costituendo centro destra non hanno gradito affatto.  Ma Mattia e lo stesso Napoli in proposito non hanno dubbio. «Il Pdl rappresenta il partito più grande dell’area. E’ giusto e normale che abbia un peso decisivo nelle decisioni. Al di là che il nome sia il mio o quello di un altro – precisa Napoli – corriamo per vincere, non per arrivare secondi. E questo non è dato dalla semplice conta dei numeri. I piccoli partiti con percentuali da prefissi telefonici non possono chiedere la luna», conclude. E Mattia aggiunge: «Se ci dovessero essere prospettate soluzioni in grado di portare un valore aggiunto, allora saremo lieti di prenderle in considerazione. Ma al momento il nostro candidato è Napoli». 

Dichiarazioni che hanno mandato su tutte le furie gli altri partiti di centrodestra. Il primo a replicare è il consigliere comunale di Rionero, Donato Ramunno: «Il Pdl non esiste più, mandato in soffitta da Silvio Berlusconi. Ora,  a meno che non si abbia la sfera di cristallo, il valore del nuovo probabile  partito del consigliere Napoli è tutto da dimostrare, sia in termini elettorali, che qualitativi». E aggiunge: «Fratelli d’Italia è in continua crescita». E, in ogni caso: «Non accettiamo queste prese di arroganza e denigrazione gratuita degli altri partiti» Anche perché la testa di Napoli pesa un’altra spada di Damocle: la richiesta di rinvio a giudizio per la Rimborsopoli lucana. E la replica di Ramunno fa leva anche su questo: «Non possiamo e non vogliamo accettare candidati che debbano ancora fare chiarezza circa la loro onestà e la loro integrità morale. E per noi il codice etico, per la scelta del candidato presidente e per la composizione delle liste,  è argomento non negoziabile».   Anche Sergio Carnevale di Grande Sud, ci va giù duro: «Michele Napoli non ha sensibilità politica. Le sue dichiarazioni sono talmente ‘barbare e stupide’ da lasciare basiti. Napoli e Mattia, suo sponsor, giocano, dunque, una loro partita. Vengono, ingenuamente, allo scoperto. Introducono un elemento chiarificatore nel dibattito del centro-destra. Chi dice la verità: Viceconte (coordinatore) o Mattia (capogruppo in Regione)? Quale la strada: l’unità o la solita pantomima per arrivare ad un candidato ‘piccolo, piccolo’, tanto per citare un maestra di sarcasmo e di leggerezza come Monicelli? Grande Sud non si sente inferiore moralmente al Pdl di Pagliuca, Taddei, Napoli e Mattia. Esiste un problema di etica della politica, di rispetto degli altri». 

Ma in serata è stato lo stesso Napoli a smorzare i toni della polemica. «Ho profondo rispetto per ciascun partito, movimento, come per ogni singola persona, che si richiama al centrodestra e pertanto sostengo con convinzione e passione il progetto per un’aggregazione politica alternativa al centrosinistra. Del resto, per chi mi conosce sa bene che sono assertore, non da oggi, dell’allargamento del nostro progetto ad ogni soggetto della società civile. Pertanto, non credo proprio che polemiche artificiose possano servire a qualcosa, se non ad accreditare un’idea di divisione». Tacciono, invece, su tutta la querelle, proprio loro, i vertici del Pdl lucano, a cui chiaramente spetterà la decisione finale.

 

m.labanca@luedi.it

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