POTENZA – Gli organizzatori pensavano a un incontro sull’Europa per approfondire i temi dell’austerity. Ma se poi metti uno vicino all’altro il senatore Salvatore Margiotta che del Pd è l’alfiere di Franceschini ed ex diellino doc, il viceministro Filippo Bubbico che è ex diessino e uomo forte dei bersaniani in Basilicata e Gianni Pittella che ha forza, coraggio e carisma (e un pizzico di audacia) per dialogare con Renzi e puntare direttamente alla segreteria nazionale del partito allora è inevitabile che tutto il dibattito diventi una sorta di partita a scacchi e di posizionamento sugli scenari di guerra interni al Pd che guardano alla tenuta del governo Letta, al congresso di novembre e soprattutto alle prossime elezioni regionali.
I tre non sono certo gli ultimi arrivati. Per arguzia, bagaglio culturale e politico, visione d’insieme e capacità oratoria non sono secondi a nessuno. E quindi è stato un confronto serrato seppure educato nei toni e nei modi. E’ quello che ha aperto la sesta Festa del Pd di Oppido lucano che da venerdì a oggi si svolge in piazza Marconi nel comune lucano. A dirla tutta il confronto è stato orfano nella seconda parte degli interventi di Pittella che scusandosi con gli organizzatori e gli ospiti ha abbandonato la piazza di Oppido per impegni gia assunti. Ad ogni modo non sono mancate le stoccate (seppur sottili) e le considerazioni “importanti”. Partendo dal vicepresidente del Parlamento europeo che è quello che ha parlato per prima c’è stato un netto no «al Patto di stabilità che è un provvedimento stupido». Pittella, a volo di gabbiano ha parlato quindi della questione Berlusconi «le sentenze non si commentano ma si eseguono» e ha auspicato che il governo Letta regga: «Andare a votare di nuovo con questa legge elettorale sarebbe un disastro». Sulle questioni lucane, ha quindi detto brevemente: «Il Pd ha le carte in regola per vincere ancora». E sulle primarie ha chiuso: «Ma quale bagno di sangue. Chi vince poi sarà sostenuto dagli altri senza problemi».
La parola è quindi passati a Bubbico e Margiotta. I due più volte si sono detti la propria stima reciproca e hanno categoricamente smentito che tra loro possa mai esserci un “duello”. Detto questo il viceministro all’Interno ha affrontato per ruolo istituzionale e competenze il tema delle proteste del Pdl dopo la sentenza nei confronti di Berlusconi. Bubbico pur dicendosi preoccupato per alcune esternazioni «francamente fuori luogo» ha spiegato di non vedere, almeno nell’immediato, nessun pericolo per lo Stato e per la Repubblica. E quindi sulle possibili divaricazioni democratiche ha detto di comprendere «l’amarezza di chi è addolorato per il proprio leader» auspicando un ritorno alla normalità in tempi brevi. Margiotta da parte sua ha ribadito gli stessi concetti sottolineando la necessità di proseguire con il governo Letta e auspicando una tenuta del patto con il Pdl «per il bene del Paese». Passando quindi alle difficoltà oggettive che vive il Pd nazionale e locale, il senatore Margiotta ha spiegato: «Sia a Roma che in Basilicata non stiamo vivendo un grande momento». E quindi ha “profetizzato”: «Se devo dire tra i due livelli quale abbia più possibilità di trovare una soluzione dico la Basilicata». Gli ha fatto eco Bubbico che ha insistito molto sul concetto di “responsabilità” del Pd. Da qui la stoccata. Il viceministro infatti pur dicendosi dispiaciuto per l’assenza sul palco di Gianni Pittella «mi sarebbe piaciuto confrontarmi con lui» ha lanciato l’affondo: «Non può dire che se non si fa il congresso quando dice lui occupa il Pd. Non è così che si trovano le soluzioni. Se dovesse servire più tempo vuol dire che è necessario per il bene di tutti e del Pd». Da un affondo all’altro. Non si è fatto pregare nemmeno Salvatore Margiotta che pur non nominando direttamente Folino sulla questione morale e prossime candidature in relazione a Romborsopoli ha detto: «Ha ragione Bubbico (lo aveva detto poco prima ndr) quando dice che il tema è delicato e non può essere risolto con una scollata di spalle».
Ma ha continuato dicendo: «Ma sarebbe un errore gravissimo per tutti e per il Pd di Basilicata utilizzare la questione delle indagini della magistratura per portare vantaggi alla propria parte. In passato la nostra forza è sempre stata quella di rimanere uniti e di non strumentalizzare queste vicende. Io lo dissi anche quando si esagerò nei confronti di Restaino chje fu messo fuori dalla giunta». Le conclusioni al fulmicotone: «Che nessuno osi pensare di mettersi su un pulpito e utilizzare le vicende giudiziare strumentalmente. Sarebbe un errore troppo grande». Il resto: abbracci e baci e bagno di folla con i militanti democratici.