Alla sottoscrizione dell’atto erano inoltre presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso e Rubens Curia che ha seguito costantemente il progetto.
Si conclude, è scritto nella nota, un iter procedurale lungo quasi un decennio, tempo nel quale è stata rifunzionalizzata, adeguata alla normativa sanitaria e dotata sotto il profilo tecnologico, una intera ala del penitenziario di Catanzaro. La struttura si sviluppa su quattro piani, uno dei quali è già in uso ai servizi sanitari dello stesso istituto, ed accoglie ambulatori specialistici e servizi generali.
La assoluta peculiarità della struttura è legata alla specializzazione del primo e del quarto piano. Il primo è stato integralmente ristrutturato e finalizzato al trattamento dei detenuti affetti da disabilità motorie: conta di 11 camere con servizi a norma; ha annesse palestre mediche e piscina sanitaria per idrochinesiterapia riabilitativa, mentre il quarto rappresenta la prima concreta ed immediata risposta della Regione Calabria alla recente normativa che prevede la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Infatti alla luce della legge 9 del 17 febbraio 2012 è stato avviato l’iter di riconversione del “Padiglione” nell’ambito dell’ex ”Monumentale” di Girifalco a REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza); ma gli accordi in conferenza unificata, propedeutici alla legge stessa, prevedevano anche l’implementazione dei servizi di salute mentale presso gli istituti penitenziari ordinari. La peculiarità costruttiva della struttura e le mutate esigenze sanitarie hanno quindi consentito di destinare il quarto piano a due esigenze “di qualità” in questo ambito: una seconda sezione regionale di Osservazione psichiatrica destinata a detenuti di alta sicurezza (quella dedicata ai detenuti di media sicurezza è attiva dal 2006 presso l’istituto penitenziario di Reggio Calabria), ed uno specifico reparto per detenuti affetti da patologie psichiatriche. Quest’ultimo, a valenza prioritariamente trattamentale, piuttosto che di mera custodia, avrà come obiettivi progetti clinici e riabilitativi di lunga portata, tali da avviare in sinergia con i Dsm di residenza dei detenuti una presa in carico che prosegua oltre il periodo di reclusione, in una visione integrata dell’assistenza specialistica presso le carceri che superi l’episodicità del contesto, ma che si collochi quale momento di una rete territoriale di assistenza e cura, in particolare per queste specifiche aree di fragilità clinica e sociale.
E’ un progetto complessivo, prosegue la nota, di grande respiro e fortemente avanzato, non solo nel panorama nazionale. Infatti altri reparti per disabili sono solo presso l’omologo Centro diagnostico terapeutico di Parma e presso la Casa circondariale di Busto Arsizio (non ancora funzionante), mentre specifici reparti per il trattamento della disabilità mentale sono presenti solo in poche realtà italiane (in particolare a Torino, presso le carceri “Lo Russo e Cotugnò’) e solo da qualche anno l’esperienza delle sezioni di Osservazione Psichiatrica, nella quale la Calabria è stata pioniere, si sta diffondendo in Italia.
Anche questo, è scritto nella nota, è quindi un traguardo ambizioso raggiunto ed in piena sinergia istituzionale tra la Regione Calabria, Dipartimento Tutela della Salute ed Asp di Catanzaro, i cui tecnici hanno guidato la progettazione e realizzazione a norma sanitaria della struttura, ed il ministero della Giustizia. Inoltre un gruppo di lavoro interistituzionale sanità-giustizia, ha dettagliatamente esaminato la struttura e le dotazioni impiantistiche e tecnologiche, confermandone la rispondenza alla normativa nazionale e regionale vigente. Un’ultima considerazione di natura generale è legata ai modelli ed alle strategie di gestione della fragilità mentale presso le carceri calabresi. A breve vedrà la luce il documento conclusivo del progetto sul disagio mentale, elaborato tramite gli ”Obiettivi di PSN 2009-2010”, congiuntamente dalle Asp regionali con capofila quella di Reggio Calabria. Alla prossima presentazione e validazione scientifica del documento, che inquadrerà le principali problematiche psicopatologiche dei detenuti, gli strumenti di analisi, i protocolli di gestione specialistica a seconda del livello di detenzione e delle problematiche emergenti, dalla fase di attesa del giudizio alle misure di sicurezza presso la REMS di Girifalco, con particolare riguardo anche alla prevenzione del rischio suicidiario, farà seguito una formazione diffusa, capillare, a tutti gli operatori del settore, non escluso il volontariato penitenziario.
Nel corso della visita a Reggio Calabria il ministro Cancellieri e il presidente della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti hanno firmato in Prefettura a Reggio Calabria un protocollo d’intesa finalizzato all’apertura del Centro Diagnostico Terapeutico nella Casa Circondariale di Catanzaro. Alla sottoscrizione dell’atto erano presenti, tra gli altri, il direttore generale dell’Asp di Catanzaro Gerardo Mancuso e Rubens Curia che ha seguito costantemente il progetto. Si conclude, è scritto nella nota, un iter procedurale lungo quasi un decennio, tempo nel quale è stata rifunzionalizzata, adeguata alla normativa sanitaria e dotata sotto il profilo tecnologico, una intera ala del penitenziario di Catanzaro. La struttura si sviluppa su quattro piani, uno dei quali è già in uso ai servizi sanitari dello stesso istituto, ed accoglie ambulatori specialistici e servizi generali.La assoluta peculiarità della struttura è legata alla specializzazione del primo e del quarto piano. Il primo è stato integralmente ristrutturato e finalizzato al trattamento dei detenuti affetti da disabilità motorie: conta di 11 camere con servizi a norma; ha annesse palestre mediche e piscina sanitaria per idrochinesiterapia riabilitativa, mentre il quarto rappresenta la prima concreta ed immediata risposta della Regione Calabria alla recente normativa che prevede la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Infatti alla luce della legge 9 del 17 febbraio 2012 è stato avviato l’iter di riconversione del “Padiglione” nell’ambito dell’ex ”Monumentale” di Girifalco a REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza); ma gli accordi in conferenza unificata, propedeutici alla legge stessa, prevedevano anche l’implementazione dei servizi di salute mentale presso gli istituti penitenziari ordinari. La peculiarità costruttiva della struttura e le mutate esigenze sanitarie hanno quindi consentito di destinare il quarto piano a due esigenze “di qualità” in questo ambito: una seconda sezione regionale di Osservazione psichiatrica destinata a detenuti di alta sicurezza (quella dedicata ai detenuti di media sicurezza è attiva dal 2006 presso l’istituto penitenziario di Reggio Calabria), ed uno specifico reparto per detenuti affetti da patologie psichiatriche. Quest’ultimo, a valenza prioritariamente trattamentale, piuttosto che di mera custodia, avrà come obiettivi progetti clinici e riabilitativi di lunga portata, tali da avviare in sinergia con i Dsm di residenza dei detenuti una presa in carico che prosegua oltre il periodo di reclusione, in una visione integrata dell’assistenza specialistica presso le carceri che superi l’episodicità del contesto, ma che si collochi quale momento di una rete territoriale di assistenza e cura, in particolare per queste specifiche aree di fragilità clinica e sociale.