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POTENZA – «SONO allibito: la Total praticamente si auto assolve, dichiarando di rispettare protocolli di legalità inesistenti, e fa di più, coinvolge anche la Prefettura in una situazione di dubbia legalità». 
E’ la replica del segretario regionale della Cgil Alessandro Genovesi alla nota con cui Total ha risposto a distanza di una settimana alla alla nota di “diffida” della scorsa settimana di Cgil Cisl e Uil, inviata anche alle imprese aggiudicatarie degli appalti (Aleandri, Bacchi, Tecnimont, Bonatti, Irem) legati allo sviluppo della concessione Tempa Rossa, a proposito di occupazione locale e trasparenza per provare a «trasformare gli investimenti previsti in un’occasione di lavoro per centinaia di operai edili lucani».
«L’azienda opera nel totale rispetto della legislazione vigente ed in stretto accordo con la Prefettura di Potenza». Così la multinazionale francese, che ha aggiunto di aver fatto «precedere la sottoscrizione dei contratti d’appalto del Progetto Tempa Rossa da puntuali e dettagliati controlli di legalità, così come vengono effettuati scrupolosi controlli anche in corso d’opera, e tutto questo in anticipo rispetto a quanto previsto dal Protocollo di Legalità di prossima ufficializzazione».
«A questo punto faccio appello al Prefetto di Potenza». Gli ha replicato ieri pomeriggio Genovesi. «Ci dica se la Total dice il vero e il falso, visto che viene anche irrispettosamente tirato per la giacca dalla multinazionale straniera)». 
Quanto invece all’occupazione locale la compagnia transalpina aveva portato il dato dell’80% «del personale indiretto» occupato sul cantiere Tempa Rossa composto da lavoratori della lucani, come «si può rilevare nella sezione del sito internet  www.it.total.com specificamente dedicata al monitoraggio occupazionale di Tempa Rossa, creata da Total E&P Italia in applicazione dei principi di trasparenza e informazione». 
«Falsissimo». Replica il segretario Cgil che evidenzia il contrasto tra quanto riportato sul sito internet della compagnia e quanto emerso, o meglio non emerso, in sede di accordi o di tavoli di confronto. «Insomma, il sindacato vaneggia, Pensiamo Basilicata e Confindustria Basilicata vaneggiano, le comunità locali e i disoccupati lucani vaneggiano, solo Total ha ragione». Ironizza Genovesi. «Questa arroganza è eccessiva e non più sopportabile, così come non sono più sopportabili i ritardi del tavolo sul protocollo di legalità, che se si terrà nei prossimi giorni non sarà sicuramente grazie all’azienda ed ai suoi general contractor, ma alla sensibilità istituzionale ed al sostegno delle segreterie nazionali del sindacato». 
Infine una pesante reprimenda anche dell’atteggiamento della politica lucana. «In tutto questo, purtroppo, paghiamo l’assenza della Regione, del Presidente e della Giunta: dopo il primo incontro (una mezza farsa) di oltre quattro mesi fa in Regione, nonostante solleciti, iniziative (tra cui il primo maggio unitario proprio a Corleto) ecc., nulla è successo. Si continuano ad assegnare lavori e appalti e nessuno si preoccupa di ottenere le migliori condizioni per l’occupazione locale, l’ambiente, la salute, lo sviluppo dell’imprenditoria lucana. Forse se la Total si permette di trattare così i lucani è perché ritiene che nessuno mai le chiederà il conto». 

POTENZA – «SONO allibito: la Total praticamente si auto assolve, dichiarando di rispettare protocolli di legalità inesistenti, e fa di più, coinvolge anche la Prefettura in una situazione di dubbia legalità». 

 

E’ la replica del segretario regionale della Cgil Alessandro Genovesi alla nota con cui Total ha risposto a distanza di una settimana alla alla nota di “diffida” della scorsa settimana di Cgil Cisl e Uil, inviata anche alle imprese aggiudicatarie degli appalti (Aleandri, Bacchi, Tecnimont, Bonatti, Irem) legati allo sviluppo della concessione Tempa Rossa, a proposito di occupazione locale e trasparenza per provare a «trasformare gli investimenti previsti in un’occasione di lavoro per centinaia di operai edili lucani».

«L’azienda opera nel totale rispetto della legislazione vigente ed in stretto accordo con la Prefettura di Potenza». Così la multinazionale francese, che ha aggiunto di aver fatto «precedere la sottoscrizione dei contratti d’appalto del Progetto Tempa Rossa da puntuali e dettagliati controlli di legalità, così come vengono effettuati scrupolosi controlli anche in corso d’opera, e tutto questo in anticipo rispetto a quanto previsto dal Protocollo di Legalità di prossima ufficializzazione».

«A questo punto faccio appello al Prefetto di Potenza». Gli ha replicato ieri pomeriggio Genovesi. «Ci dica se la Total dice il vero e il falso, visto che viene anche irrispettosamente tirato per la giacca dalla multinazionale straniera)». 

Quanto invece all’occupazione locale la compagnia transalpina aveva portato il dato dell’80% «del personale indiretto» occupato sul cantiere Tempa Rossa composto da lavoratori della lucani, come «si può rilevare nella sezione del sito internet  www.it.total.com specificamente dedicata al monitoraggio occupazionale di Tempa Rossa, creata da Total E&P Italia in applicazione dei principi di trasparenza e informazione». 

«Falsissimo». Replica il segretario Cgil che evidenzia il contrasto tra quanto riportato sul sito internet della compagnia e quanto emerso, o meglio non emerso, in sede di accordi o di tavoli di confronto. «Insomma, il sindacato vaneggia, Pensiamo Basilicata e Confindustria Basilicata vaneggiano, le comunità locali e i disoccupati lucani vaneggiano, solo Total ha ragione». Ironizza Genovesi. «Questa arroganza è eccessiva e non più sopportabile, così come non sono più sopportabili i ritardi del tavolo sul protocollo di legalità, che se si terrà nei prossimi giorni non sarà sicuramente grazie all’azienda ed ai suoi general contractor, ma alla sensibilità istituzionale ed al sostegno delle segreterie nazionali del sindacato». 

Infine una pesante reprimenda anche dell’atteggiamento della politica lucana. «In tutto questo, purtroppo, paghiamo l’assenza della Regione, del Presidente e della Giunta: dopo il primo incontro (una mezza farsa) di oltre quattro mesi fa in Regione, nonostante solleciti, iniziative (tra cui il primo maggio unitario proprio a Corleto) ecc., nulla è successo. Si continuano ad assegnare lavori e appalti e nessuno si preoccupa di ottenere le migliori condizioni per l’occupazione locale, l’ambiente, la salute, lo sviluppo dell’imprenditoria lucana. Forse se la Total si permette di trattare così i lucani è perché ritiene che nessuno mai le chiederà il conto». 

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