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POTENZA – Speranza sempre più “nazionale” e sempre meno “regionale”. Ovviamente la scomparsa di Emilio Colombo ha bloccato almeno per un paio di giorni la guerra interna al Pd. Ma le questioni non sono certo azzerate. Nel Partito democratico regionale le fibrillazioni come si può leggere in pagina (con le vicende materane e l’autoconvocazione polemica del Pd di Banzi) sono a 360 gradi.
L’ultimo duello tra big è stato quello che si è consumato su Twitter tra gli ex amici, Vito Santarsiero e Salvatore Margiotta. Prima della notizia della morte del senatore a vita. Chiaramente ora i litigi lasciano spazio alle commemorazioni e alla commozione. Ma i nodi rimangono e le difficoltà a trovare una quadratura sono ben lontane da una soluzione. Tanto più che c’è ancora chi attende la decisione di Roberto Speranza sulla candidatura alla presidenza della giunta regionale per le elezioni che si svolgeranno a metà novembre prossimo. Qualcosa in più si capirà dalla riunione che hanno deciso di svolgere venerdì a Tito i due big lucani del Pd di area ex diessina Filippo Bubbico e Vincenzo Folino. Ma è ovvio che più cariche nazionali accumula Roberto Speranza a Roma e più l’ipotesi di una sua “scesa in campo” in Basilicata alla guida della coalizione di centrosinistra si allontana. Senza contare che l’ultima nomina è di quelle altamente strategiche e importanti.
Il capogruppo del Partito democratico alla Camera dei deputati è entrato a far parte del Copasir. Il comitato bicamerale composto da 5 deputati e 5 senatori. Si tratta di un organismo fondamentale per la sicurezza del Paese. E le forze politiche nelle scorse settimane a Roma hanno davvero dato vita a schermaglie e prese di posizione forti per decidere chi fossero i parlamentari a entrare nel Copasir. La scelta di Letta e quindi del Pd di nominare il giovane Speranza non è solo simbolica. Si tratta di un ruolo delicato.In pratica il Copasir è il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, ovvero l’organo parlamentare che ha il compito di vigilare sull’operato dei servizi segreti.
La creazione di un organo che vigilasse sull’operato dell’intelligence italiana fu diretta conseguenza del fallito golpe Borghese. Con l’arresto di Vito Miceli, capo del Sid vennero creati il Sisde e il Sismi, coordinati da un terzo organismo, il Cesis e controllati dal Copaco. Questo fino al 2007, anno in cui è intervenuta la nuova legge di riordino dei servizi di informazione e sicurezza. Il Comitato ha il compito di vigilare sistematicamente e in modo continuativo sull’operato dei servizi di intelligence garantendo che questo avvenga entro i limiti previsti dalla nostra Costituzione e dalle leggi dello Stato. Interesse primario di questo organo è la preservazione e la difesa della Repubblica e delle istituzioni democratiche. Insomma è un ruolo delicato che da accesso a informazioni riservatissime e delicate. Immaginare che Speranza possa far parte di un organismo così delicato solo per qualche settimane prima di lasciare il parlamentare per candidarsi a guidare la Regione Basilicata appare a questo punto altamente improbabile. Poi tutto può accadere, ma è anche evidente che se già il ruolo di capogruppo alla Camera comportava una rinuncia complicata per Speranza questa nuova nomina allontana ulteriormente Speranza da ruoli attivi in Basilicata. Senza contare che l’ancora segretario regionale del Pd potrebbe essere in gioco anche in autunno per la segreteria nazionale.
Questo per gli scenari elettorali. Per quanto riguarda gli equilibri nazionali invece, si delinea una grande protagonismo dei lucani del Pd nei settori della giustizia e della sicurezza. Perchè con Filippo Bubbico viceministro all’Interno e Speranza al Copasir la Basilicata parlamentare inizia ad avere postazioni di grande delicatezza e rilievo.
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