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POTENZA – Continua la lunga pausa del Consiglio regionale, ormai in vacanza dallo scorso 11 aprile, per la crisi aperta a seguito dell’inchiesta giudiziaria sulle larghe spese e le dimissioni del presidente De Filippo. Nel frattempo per oggi è fissata la riunione dell’Ufficio di Presidenza, a cui prenderanno parte anche i capigruppo e i presidenti delle commissioni. All’ordine del giorno, proprio la definizione del calendario dei lavori dell’Assise, che, tra le cose più importanti, dovrà procedere all’approvazione del Bilancio. La mattinata doveva essere aperta dall’elezione dei nuovi presidenti delle cinque commissioni consiliari permanenti che però nella serata di ieri è stata rinviata a giovedì 16. E’ chiaro che da viale Verrastro si attendono le decisioni che dovranno arrivare dal Palazzo di giustizia in merito ai consiglieri Rocco Vita, Nicola Pagliuca, Alessandro Singetta, Antonio Autilio, Mario Venezia e Paolo Castelluccio per i quali al momento è confermato il divieto di dimora . Il prefetto – così come previsto dalle legge sulla incandidabilità – ha provveduto a inviare la segnalazione al ministero degli Interni, che potrebbe decidere la sospensione dagli incarichi dei consiglieri colpiti dalle misure cautelari. Ma se il Gip Spina, dopo la restituzione delle somme contestate dalla Procura, dovesse revocare le misure cautelari, verrebbe a cadere il presupposto della sospensione. E già martedì prossimo i sei potrebbero tornare in aula. Quando si dovrà procedere alla surroga dei dimissionari Folino e Viti. Ma se dal punto di vista giudiziario, in questo modo, verrebbe a cadere l’impedimento per il ritorno in viale Verrastro, rimane ancora tutta in piedi una questione di opportunità che pure si sta valutando in queste ore.
Ufficialmente nessuno ha il coraggio di dirlo, ma sono in molti a ritenere che un eventuale passo indietro da parte di coloro che sono rimasti maggiormente coinvolti nello scandalo della rimborsopoli non sarebbe cosa sbagliata. A preoccupare non è tanto l’attuale legislatura, quanto il prossimo appuntamento con le urne. I profili che si sono venuti a delineare dalle pagine dell’ordinanza del Gip Spina sono evidentemente poco compatibili con la richiesta di buona politica che, mai come in questo momento, arriva dal basso. Eppure, fino a ora, di possibili dimissioni nessuno ne ha parlato. Con il rischio che per le prossime elezioni saranno nuovamente in corsa nonostante più di qualcuno li ritiene “improponibili”. Certo molto dipenderà da quando sarà fissata la data del voto. All’inizio si era parlato di ottobre. Ma non è escluso – e forse è più probabile, soprattutto in una logica di non aumento dei costi della imponente macchina elettorale – che invece il voto per il rinnovo del Consiglio regionale venga rinviato direttamente alla primavera 2014, in modo da farlo coincidere con quello per le Europee. Il prefetto ha tempo fino a 90 giorni dopo le dimissione del presidente De Filippo per proporre una data utile. Ma la decisione finale, anche in questo caso spetterà, al Governo su proposta del ministero degli Interni. E possibili frizioni istituzionali non sono escluse. Il vice del dicastero, ovvero Filippo Bubbico, insieme al centrosinistra lucano, potrebbe propendere per la soluzione di andare subito alle urne.
Al contrario il ministro Alfano, sarebbe più sensibile alle ragioni del Pdl lucano che invece preferirebbe aspettare fino alla prossima primavera. A favore di quest’ultima soluzione, non solo il centro destra, ma anche tutti coloro per i quali rinviare l’appuntamento con le urne significherebbe dare più tempo ai lucani per dimenticare le vergone dell’inchiesta giudiziaria. Ma in questo caso si lascerebbe la Regione senza la guida politica del presidente, soprattutto a partire da quando le dimissioni di De Filippo diventeranno effettive. Tutte valutazioni che porteranno alla decisione finale, par la quale però bisognerà ancora attendere.m.labanca@luedi.it
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