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CATANZARO – Bisogna intendersi. Riguardo al qui pro quo dell’assessore che deve sostituire Stillitani in quota Udc, il cerino acceso in mano è rimasto nelle mani di Scopelliti o di Trematerra? Inizialmente è sembrato che la bruciatura avesse scottato il governatore. Adesso sembra proprio il contrario. Insomma, era passata una certa idea, anche convincente, secondo la quale la presenza di Roberto Occhiuto nella giunta “rimpastata” di Scopelliti potesse, in qualche misura, scompigliare i programmi del presidente. Vulgata verosimile. Ma Scopelliti rovescia la prospettiva facendo capire che l’eventuale ingresso di Occhiuto è un arricchimento per il suo esecutivo. Quindi il governatore passa il cerino a Gino Trematerra che ieri pomeriggio ha radunato il gruppo e i consiglieri gli hanno consegnato una documento con cui confermano la linea: «Dattolo assessore». Trematerra ne prende atto con rammarico e passa il cerino al segretario Lorenzo Cesa e al presidente Pierferdinando Casini. Scopelliti fa sapere che, in ogni caso, martedì varerà la giunta. I posti per gli assessori esterni sono quattro e tre già ci sono. Stasi, Mancini e Caligiuri. Più gli altri due possibili aspiranti: Occhiuto e Demetrio Arena. Quindi Scopelliti, dovrebbe sacrificare uno dei tre attuali assessori esterni. C’è poi un aspetto squisitamente politico che spiegherebbe il gradimento dell’ingresso di Occhiuto in giunta. Qual è? Portando in giunta Occhiuto il medesimo si allontanerebbe, in teoria, dalla possibilità che il deputato medesimo divenga concorrente dell’attuale governatore nella prossima consiliatura. In altre parole, se Occhiuto diventa organico nell’alleanza calabrese con l’Udc si toglie acqua al campo avverso. Posto che il Pd calabrese voglia sollecitare un’interlocuzione con l’Udc per immaginare un percorso comune alle prossime elezioni regionali. Intanto sul rimpasto si registra l’insoddisfazione della Cgil che aveva chiesto «a più riprese una svolta profonda negli indirizzi programmatici e nelle scelte per fronteggiare la grave crisi occupazionale e sociale della Calabria e un cambiamento di assessori palesemente inadeguati. In modo particolare si continua a mortificare la presenza delle donne, componente vitale e rilevante della società e della politica calabrese, a differenza di quanto fatto da altre Regioni, a cominciare dal Lazio».
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