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FU un calabrese a lanciare in politica il guru del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio. Si trattava, in realtà, di una competizione amministrativa per il piccolo paese piemontese di Settimio Vittone, nel quale il riccioluto esperto di comunicazione risiede. Ma fu un flop da appena sei voti.
In questi giorni, il settimanale Panorama ha pubblicato un servizio nel quale si fa riferimento all’esperienza elettorale del 2004 a sostegno di «un politico calabrese vicino a Forza Italia». Quell’uomo è Vito Groccia, nato a Cosenza nel 1938 ma trapiantato in provincia di Torino dove è poi morto nel 2011. Fino al 2009 è stato consigliere comunale, ma in quella tornata con Casaleggio perse la corsa a sindaco: la lista civica “Per Settimo” da lui capeggiata, arrivò terza (con 294 voti) su tre simboli che si presentarono nel piccolo centro di 1.500 abitanti. Il contributo dell’attuale regista e cofondatore del movimento di Beppe Grillo fu misero: raccolse sei voti sei. Ma a chi lo accusa di aver avuto trascorsi con personaggi filoberlusconiani lui ora replica: «Ho partecipato ad una lista civica del mio paese non collegata ad alcun partito».
Groccia, in effetti, viene descritto come personaggio del territorio. Ai suoi funerali, nel giugno di due anni fa, il sindaco Sabrina Noro dichiaro: «Ho avuto modo di conoscere meglio Vito da quando sono stata eletta. Da subito si è dimostrato una persona attiva, propositiva e un valido supporto. La sua esperienza amministrativa era ormai storica, e, seppur non fosse più consigliere, si è sempre dimostrato molto attento alla vita del paese e disponibile. Ha sempre dichiarato un profondo amore per Settimo Vittone e direi che lo ha dimostrato in tutti questi anni».
In paese ricordano il suo ruolo, nell’ambito dell’attività del Circolo Molino Lingarda, per lo sviluppo dell’olivicoltura. Fu lui a lanciare la “Sagra delle olive e dell’olio extra vergine” che ha contato più di dieci edizioni e fu lui a ispirare la realizzazione dell’oleificio comunale. Tanto che nell’ottobre 2011, quando venne inaugurato il frantoio nell’area dell’ex peschiera di Montestrutto, si decise di intitolarlo proprio a Vito Groccia, il cosentino trapiantato in Piemonte, che ora è tornato alla ribalta per la sua esperienza – sia pure infelice – con Casaleggio.
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