Famiglia, pastiere e preghiera. Le feste dei notabili lontano dai riflettori e dal lavoro
La fuga di Pasqua dei politici
Folino prega, De Filippo preferisce il cibo e Santarsiero fa «spending review»
di VALERIO PANETTIERI
MA I POLITICI, gli uomini di governo che saltano da un palazzo all’altro ce l’hanno un’anima? Semplice provocazione per raccontarvi la storia di qualcuno di loro nei giorni della Pasqua, approfittando di un po’ di tempo per riprendere fiato. C’è chi guarda preoccupato alle vicende nazionali, chi invece scappa dal posto di lavoro per tornare a casa e non sentire niente e nessuno. Chi invece è già al suo paese in attesa della processione, pronto a consolidare dei rituali antichi e ovviamente riempire la pancia per non pensare ai problemi.
Per quello c’è martedì ad attenderli. Tutti quelli che abbiamo ascoltato dicono di non avere la stoffa per alzare un po’ il gomito ma poi tirando qualcosina in più il bicchiere di vino spunta sempre.
E cominciamo quindi dall’uomo burbero figlio del popolo Vincenzo Folino che dalla sua amata Pietrapertosa ieri si preparava, da buon (ex) comunista, alla processione del venerdì. La fede è fede e in casa «le cose sono quelle antiche». Il «pasticcio, il capretto, l’agnello». Oggi invece «vado a parlare con Gesù, invece che con presunti giornalisti», l’obiettivo è chiaro solo a lui ma anche un momento così soft per il burbero per eccellenza può diventare argomento di polemica. Ma il vecchio borgo Pietrapertosa è anche il momento giusto per riunirsi nuovamente «perché io sono tradizionalista» e le cose devono essere fatte secondo vecchie abitudini.
Vito De Filippo racconta di uno scenario idilliaco: «Sono qui con i miei figli, che vedo poco, a gustarmi una pastiera davanti al focolare». A tradizione stiamo messi bene ma il vino dov’è? «Non bevo tanto, però un bicchiere di vino ci sta sempre». Nettare che «è di produzione propria, quest’anno ho sperimentato con l’Aglianico e devo dire che è venuto bene». L’unico problema per De Filippo è quello della «sovralimentazione» ma che vuoi che sia, per due giorni di relax ci può stare, basta non azzannare tutta la pastiera.
Cosimo Latronico ieri era pronto da «povero cristiano» alla processione che si tiene a Nova Siri. Per il resto si sta a «casa anche se domattina ad Anglona di Tursi ci si ritrova con i vecchi amici dell’università per scambiarsi gli auguri e fare una preghiera alla Madonna nel santuario». Calma e pace con un occhio «alle vicende nazionali, che preoccupano», ma la «famiglia proletaria» si riunisce assieme «ai miei cinque figli». Meglio di così non poteva andare.
Si va avanti ma i telefoni sono spenti, qualcuno ha scelto proprio l’isolamento. Santochirico e Bubbico per esempio non sono pervenuti. Il sindaco Adduce invece «a casa a mangiare l’agnello». E gli animalisti? «La causa è giusta, tanto con l’età si mangerà sempre meno carne». Niente uscite o passeggiate, meglio una vita riservata e un momento di comunione con la famiglia. E se il premio “antipatia” come scontato va a Folino il contraltare finisce nelle mani del sindaco Vito Santarsiero che in un primo momento abbiamo beccato in pieno in una riunione in Municipio. Al secondo tentativo, un po’ affannato lasciava di corsa il suo ufficio per dirci che stava correndo a casa «per stare con i figli».
Gli facciamo notare che gli altri si erano già divisi tra processioni e pastiere «e io invece stavo in Comune, perché sono tempi drammatici per le amministrazioni». Si ma oggi? «Tappato in casa, non faccio niente a parte stare con i figli, applico la spending review». I vocaboli politici ormai entrano nella vita di tutti i giorni ma comunque, nonostante la fatica, è quello che si mostra meno ingessato e più “sincero”. Niente rituali o tradizioni da rispettare, solo «casa, casa, casa e basta» che non fa mai male. Una cosa è chiara, niente bagordi per gli uomini di potere, vita semplice, vino e famiglia: ma allora i politici ce l’hanno davvero un’anima, con buona pace di chi si aspettava vite sontuose. O forse si preferisce tenere da parte gli aspetti privati della vita, tranne alcuni che insistono pur di tenere in piedi l’immagine di un personaggio, ed evitare le invasioni di campo anche nel momento in cui è tempo soltanto di prendersi una vacanza.
MA I POLITICI, gli uomini di governo che saltano da un palazzo all’altro ce l’hanno un’anima? Semplice provocazione per raccontarvi la storia di qualcuno di loro nei giorni della Pasqua, approfittando di un po’ di tempo per riprendere fiato. C’è chi guarda preoccupato alle vicende nazionali, chi invece scappa dal posto di lavoro per tornare a casa e non sentire niente e nessuno. Chi invece è già al suo paese in attesa della processione, pronto a consolidare dei rituali antichi e ovviamente riempire la pancia per non pensare ai problemi. Per quello c’è martedì ad attenderli. Tutti quelli che abbiamo ascoltato dicono di non avere la stoffa per alzare un po’ il gomito ma poi tirando qualcosina in più il bicchiere di vino spunta sempre. E cominciamo quindi dall’uomo burbero figlio del popolo Vincenzo Folino che dalla sua amata Pietrapertosa ieri si preparava, da buon (ex) comunista, alla processione del venerdì. La fede è fede e in casa «le cose sono quelle antiche». Il «pasticcio, il capretto, l’agnello». Oggi invece «vado a parlare con Gesù, invece che con presunti giornalisti», l’obiettivo è chiaro solo a lui ma anche un momento così soft per il burbero per eccellenza può diventare argomento di polemica. Ma il vecchio borgo Pietrapertosa è anche il momento giusto per riunirsi nuovamente «perché io sono tradizionalista» e le cose devono essere fatte secondo vecchie abitudini.Vito De Filippo racconta di uno scenario idilliaco: «Sono qui con i miei figli, che vedo poco, a gustarmi una pastiera davanti al focolare». A tradizione stiamo messi bene ma il vino dov’è? «Non bevo tanto, però un bicchiere di vino ci sta sempre». Nettare che «è di produzione propria, quest’anno ho sperimentato con l’Aglianico e devo dire che è venuto bene». L’unico problema per De Filippo è quello della «sovralimentazione» ma che vuoi che sia, per due giorni di relax ci può stare, basta non azzannare tutta la pastiera. Cosimo Latronico ieri era pronto da «povero cristiano» alla processione che si tiene a Nova Siri. Per il resto si sta a «casa anche se domattina ad Anglona di Tursi ci si ritrova con i vecchi amici dell’università per scambiarsi gli auguri e fare una preghiera alla Madonna nel santuario». Calma e pace con un occhio «alle vicende nazionali, che preoccupano», ma la «famiglia proletaria» si riunisce assieme «ai miei cinque figli». Meglio di così non poteva andare. Si va avanti ma i telefoni sono spenti, qualcuno ha scelto proprio l’isolamento. Santochirico e Bubbico per esempio non sono pervenuti. Il sindaco Adduce invece «a casa a mangiare l’agnello». E gli animalisti? «La causa è giusta, tanto con l’età si mangerà sempre meno carne». Niente uscite o passeggiate, meglio una vita riservata e un momento di comunione con la famiglia. E se il premio “antipatia” come scontato va a Folino il contraltare finisce nelle mani del sindaco Vito Santarsiero che in un primo momento abbiamo beccato in pieno in una riunione in Municipio. Al secondo tentativo, un po’ affannato lasciava di corsa il suo ufficio per dirci che stava correndo a casa «per stare con i figli». Gli facciamo notare che gli altri si erano già divisi tra processioni e pastiere «e io invece stavo in Comune, perché sono tempi drammatici per le amministrazioni». Si ma oggi? «Tappato in casa, non faccio niente a parte stare con i figli, applico la spending review». I vocaboli politici ormai entrano nella vita di tutti i giorni ma comunque, nonostante la fatica, è quello che si mostra meno ingessato e più “sincero”. Niente rituali o tradizioni da rispettare, solo «casa, casa, casa e basta» che non fa mai male. Una cosa è chiara, niente bagordi per gli uomini di potere, vita semplice, vino e famiglia: ma allora i politici ce l’hanno davvero un’anima, con buona pace di chi si aspettava vite sontuose. O forse si preferisce tenere da parte gli aspetti privati della vita, tranne alcuni che insistono pur di tenere in piedi l’immagine di un personaggio, ed evitare le invasioni di campo anche nel momento in cui è tempo soltanto di prendersi una vacanza.