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 POTENZA – Vallettopoli sei anni dopo? Così verrebbe da dire a guardare le avvenenti signorine che stanno sfilando in questi giorni nei corridoi della procura. Pure la città è la stessa anche se il pm Henry John Woodcock se n’è andato via. Ma c’è una sostanziale differenza. Nessuna di loro lavora in televisione, e in un’epoca segnata dagli scandali per i privilegi della casta al posto dei Corona, dei Mora e degli Schicchi c’è una pattuglia di consiglieri regionali, che avrebbero “caricato” le loro notti “brave” tra i costi per l’«esercizio del mandato senza vincolo di mandato». Esiste un filone “camere matrimoniali” nell’inchiesta sui rimborsi che ormai da più di cinque mesi agita i palazzi del parlamentino lucano. E’ l’ultimo su cui gli inquirenti stanno cercando di vederci chiaro dopo i portaborse “fantasma”, le fatture taroccate e le spese pazze di chi si è fatto risarcire di tutto, inclusi anniversari e vacanze. Il riserbo degli investigatori rimane assoluto perciò è impossibile sapere con certezza a chi andrebbero attribuite le “frequentazioni” intraviste al quarto piano del Palazzo di giustizia. Ma le frenetiche attività di riscontro effettuate dai militari delle fiamme gialle e dei carabinieri assieme agli agenti della squadra mobile, non sono potute passare inosservate e hanno diffuso un certo allarme tra i diretti interessati. Alla base delle convocazioni ci sarebbe infatti il dato delle verifiche effettuate in questi mesi sulle fatture per i pernottamenti dei consiglieri, ospiti più o meno assidui di varie strutture alberghiere lungo tutto lo stivale. In teoria si parla di trasferte legate alla loro attività politica protrattesi ben oltre il tempo utile per tornare in sede. Ma una volta alla reception il consigliere di turno non avrebbe preso una stanzetta per sé o una matrimoniale a uso singola in quanto sempre in buona compagnia. Così le casse del parlamentino di via Verrastro sarebbero state alleggerite del sovrapprezzo pagato per la signora. Da intendersi come donna. Se poi si tratti della moglie, un’amica o una senzatetto raccolta ai bordi della strada con spirito francescano è tutta un’altra questione. L’inchiesta potentina è condotta dai pm Sergio Marotta e Francesco Basentini, che ha ereditato il fascicolo dalla collega Eliana Franco in partenza verso un nuovo incarico, e seguita da vicino anche dal procuratore Laura Triassi. Al centro ci sono due distinte voci del bilancio del consiglio regionale: le spese per i gruppi e quelle dei singoli consiglieri per un ammontare complessivo di circa un milione e mezzo all’anno. Al momento sono finiti sotto osservazione soltanto rendiconti e documentazione giustificativa per quanto erogato nel 2010 e nel 2011, ma non è escluso che una volta completate le verifiche possano essere presi in considerazione anche periodi precedenti. A far scattare il blitz delle forze dell’ordine che a metà ottobre hanno riempito tre auto di fatture e scontrini vari l’onda lunga degli scandali esplosi in Lombardia, nel Lazio e in Campania, e una campagna di stampa avviata dal Quotidiano della Basilicata sulla trasparenza delle spese di segreteria e rappresentanza dei consiglieri regionali. 

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