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REGGIO CALABRIA –  Non c’è pace per i lavoratori Lsu/Lpu. La proroga al Piano di stabilizzazione al 31/12/2014 è stata dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale (sentenza 18/2013), quindi stop all’impegno di risorse per gli stipendi dei lavoratori socialmente utili e di pubblica utilità. Con una comunicazione inviata a tutti gli Enti locali, il Dipartimento n. 10 della Regione Calabria “Lavoro, Politiche della Famiglia, Formazione professionale, Cooperazione e Volontariato”, ha annunciato che, a seguito delle disposizione della Consulta, «il Dipartimento Bilancio, Settore Ragioneria Generale, ha restituito, non impegnata, la proposta di decreto di impegno fondi per sussidi e integrazioni Lsu/Lpu annualità 2013 per effetto della predetta sentenza». 

«Non sussistono – prosegue il documento – le condizioni giuridiche affinché la Regione Calabria possa liquidare agli Enti utilizzatori le risorse finanziarie stanziate nel Bilancio regionale 2013 per i sussidi, le ore integrative e gli Anf ai soggetti Lsu/Lpu facenti parte del cosiddetto bacino regionale». Il Dipartimenti, fanno sapere dalla Regione, starebbe provvedendo alla redazione di una norma transitoria da sottoporre al Consiglio regionale del prossimo 25 marzo. Una norma che «riconduca nell’immediato alla legittima continuazione i rapporti di utilizzazione, eventualmente anche sotto altro titolo normativo, e il relativo utilizzo delle risorse già stanziate nel bilancio 2013 per gli Lsu/Lpu». Insomma, ancora grane per l’esercito di lavoratori socialmente utili impegnati all’interno di tutti i distaccamenti locali della pubblica amministrazione. Il Dipartimento n. 10, nella stessa comunicazione, informa che il saldo per l’annualità 2012 è stato liquidato. Ma evidentemente la partita ora è un’altra. Lo scorso 8 marzo, l’assessore al Lavoro, Stillitani, ha dato comunicazione alle organizzazioni sindacali del blocco alle risorse per i lavoratori socialmente utili. Intanto la preoccupazione inizia a serpeggiare all’interno degli uffici pubblici.
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