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REGGIO CALABRIA – La Commissione speciale di vigilanza vuole vederci chiaro sulle assunzioni fatte da Fincalabra. Per questo il suo presidente Aurelio Chizzoniti ha convocato il presidente Umberto De Rose a Palazzo Campanella e lo ha invitato a presentare tutti i documenti inerenti le procedure di selezione. Per il momento, dopo le risposte offerte in audizione il 24 gennaio, De Rose non ha risposto concretamente alle richieste del presidente Chizzoniti, se non attraverso vie informali in questi ultimi giorni e per ricostruire per sommi capi l’organico della società, i campi di interesse ed i metodi seguiti per la sua selezione. Attraverso una nota stampa di ieri, il presidente della Commissione speciale di vigilanza, ha messo nero su bianco quali siano le proprie intenzioni in riferimento a Fincalabra. “Per approfondire in particolare il tema delle assunzioni operate da Fincalabra – con una missiva del 31 gennaio scorso – ho richiesto la trasmissione agli uffici della Commissione da me presieduta, di tutta la documentazione inerente le procedure espletate da Fincalabra per la copertura di diversi profili professionali”. Per Chizzoniti quello del reclutamento del personale, così come sottolineato durante l’audizione di De Rose, è un “problema grave” che nasconderebbe la presenza in Fincalabra di «parenti, nipoti, affini, collaterali, cugini di politici in carica». Per l’avvocato reggino, quindi, ci sarebbe bisogno di “fare chiarezza”. L’organico di Fincalabra poggia su sette unità. Negli anni, però, le attività della società finanziaria regionale sono cresciute a vista d’occhio. Fincalabria, infatti, è stata chiamata a gestire importanti attività che le sono state “girate” dalla Regione Calabria. Nel tempo, quindi, la società ha dovuto allargare la sua platea di collaboratori e l’ha fatto attraverso bandi di selezione ad evidenza pubblica, con tanto di colloqui registrati ed inviati agli organi di controllo. Oggi alle dipendenze di Fincalabra ci sarebbero circa duecento operatori. Quale sia la struttura odierna di Fincalabra è stato spiegato dallo steso Umberto De Rose ai consiglieri regionali che fanno parte della Commissione speciale di vigilanza. 

«La struttura di Fincalabra oggi è questa – ha detto De Rose – 7 dipendenti interni a tempo indeterminato; 80 dipendenti con contratto Co.co.pro tutti allocati sulle misure, 50 sul micro credito, 24 su “Calabria innova”, 2 sul Surap e 2 per l’accordo Fincalabra-Carime. Poi ci sono 130 persone di “Calabria It”». Tutte figure, come lo stesso presidente di Fincalabra tiene a precisare in Commissione, selezionate nel rispetto della legge. «In Fincalabra – ha detto De Rose – non esistono nè assunzioni per chiamata diretta, nè esiste in alcun modo la possibilità di accedere alle prestazioni di servizi per Fincalabra senza passare attraverso un evidenza pubblica». Ma il presidente Chizzoniti, che di mestiere fa l’avvocato, pare essere deciso ad andare fino in fondo alla vicenda e le parole pronunciate durante l’audizione sembrano un vero e proprio manifesto di intenzioni. «Noi pretendiamo – ha detto Chizzoniti – tutti i documenti relativi ai bandi pubblicati, anche il 2 novembre – e non è una cosa simpatica – vigila di ferragosto o vigilia di Natale, le domande pervenute, tutte, i curricula degli aspiranti, l’elenco dei selezionati, l’elenco dei bocciati, l’elenco dei promossi, con tutti i documenti annessi. Sul versante delle consulenze esterne avete superato ogni limite, quelli della Carime e dintorni, lautamente pagati! Non consentiamo che ci siano figli e figliastri, con tutti il rispetto degli amici politici che sono coinvolti. Non guardiamo in faccia nessuno». 
IL SOGNO. E intanto Fincalabra sogna in grande. La società finanziaria regionale in house, controllata al 100% dalla Regione Calabria, sta lavorando per sostituire Equitalia nei servizi di riscossione dei tributi esercitati sul territorio regionale, per creare una società in grado di gestire il vasto patrimonio immobiliare regionale e sogna di poter diventare una banca.
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