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PIAZZA piena e copione rispettato. Il manovratore dello “tsunami tour” arriva puntuale a Matera, poi si concede al suo pubblico e, per quasi un’ora, parla di tutto. Dalle norme complicate per presentare le liste fino all’inutilità della Tav, passando per il viaggio di 6000 chilometri che compie uno yogurt alla frutta e alle 2000 vittime da inquinamento che provoca. Beppe Grillo, è come sempre, un ciclone. Un “twister”, (si chiamano così, in inglese, i tornado, ndr.) che investe qualsiasi cosa e la porta con sè. Accade così con le piazze che ne escono conquistate, entusiasmate, convinte che il Movimento Cinque Stelle sia la soluzione a tutti i mali della politica avvizzita e corrotta di lungo corso, che la Rete possa prendere il potere e gestirlo con equità e onestà. Intorno, “ Gargamella-Bersani” e “L’ologramma-Berlusconi” si muovono tentando di rubare consensi ma, spiega Grillo dal palco di piazza Vittorio Veneto «Hanno tutti paura». A pochi passi dal palco su cui si trovano anche i candidati a Camera e Senato, “Super Mario Bros” e “Batman” se le danno a colpi di coriandoli. Due bambini vestiti in maschera ascoltano il comizio, ma non possono fare a meno di ricorrere al gioco per perdere tempo. E’ l’effetto-carnevale che non risparmia nemmeno il carrozzone elettorale del Movimento Cinque Stelle. Grillo, d’altronde, ricorre all’ironia più volte durante il suo intervento. Non dimentica mai, però, i nemici ovvero il sistema inquinato (sotto tutti i punti di vista), gli sprechi, la cattiva politica. Le campane che scandiscono il tempo che trascorre sono, per il leader di Cinque Stelle, quasi il segno della Divina Provvidenza cui ricorre ad un certo punto in un accorato appello mistico, affinchè lo Spirito santo invii il proprio segno su questa Terra. «La transenna davanti al Viminale ci ha fatto capire che stava cominciando tutto – ha spiegato parlando delle operazioni di consegna dei simboli». E sulla trasparenza aggiunge: «Siamo gli unici che regolano le firme; gli altri usano persone con la reputazione come foglia di fico, e poi tutti i riciclati della politica gli vanno dietro». Poi lascia spazio ai candidati. L’impatto con la piazza è più che positivo e i loro programmi entrano nel contesto territoriale, quasi del tutto trascurato dal leader. Spiega Mirella Liuzzi, materana di 27 anni, capolista alla Camera: «L’acqua deve essere in mano alla pubblica amministrazione – ha esordito – non è possibile che sia privata. La Basilicata è una delle regioni più ricche d’acqua, tanto da cederne il 35% alle regioni vicine». Il caso della diga del Pertusillo, della discarica di Matera e dell’inquinamento delle falde acquifere sono stati gli altri temi affrontati nell’appassionato comizio che ha contestato il ricorso al “tuttoappostismo”. L’appello finale della Liuzzi è stato lanciato al tenente colonnello Di Bello, che aveva denunciato l’inquinamento del Pertusillo e nei confronti del quale sono stati presi provvedimenti. «Invece di santificare Rocco Papaleo che fa spot per l’Eni – ha concluso – consideriamo Di Bello come il caposaldo della nostra regione». Gianni Perrino, candidato alla Camera ha sottolineato la voglia di cambiamento. Ingegnere elettronico, si occupa di energie rinnovabili: «Dobbiamo porre un limite temporale entro il quale abbandonare l’economia, così come è oggi». Perrino ne illustra le conseguenze peggiori: «Con l’unificazione forzata come unica valuta, molti si sono impoveriti, oggi ci sono persone sempre più bisognose, con un mercato del lavoro che può permettersi di abbassare i salari. Bisogna mettere in discussione questo sistema, in America lo hanno già capito». Vito Petrocelli, geologo materano, capolista al Senato ha fatto riferimento alle liste del Pd e del Pdl con esponenti già noti: «Il nuovo che avanza sono loro – ha detto ironicamente, scandendone i cognomi – Noi siamo convinti che un buon risultato al Senato e alla Camera dimostrerebbe che un cambiamento è possibile e la Basilicata potrebbe essere la prima regione a Cinque Stelle». Giuseppe Arcieri, ingegnere meccanico, ricercatore all’Enea e candidato al Senato: «Non pensavo che mi sarei candidato, che avrei fatto un comizio, volevo partecipare alla realizzazione del programma e l’ho fatto. Tutti lo possono fare, basta iscriversi».Piernicola Pedicini, fisico medico, candidato al Senato: «Ne ho viste abbastanza per avere un’idea della sanità italiana e del fatto che è la causa dello spreco delle risorse pubbliche. Il 75% di queste somme serve ad alimentare il clientelismo politico e nel frattempo peggiora la qualità in termini di prestazioni. Vorremmo creare un gruppo di lavoro lucano competente che si interfacci con altri e passi proposte in Parlamento». Michele Labriola, perito demaniale e candidato potentino ha affrontato lo sperpero di fondi pubblici: «Con quelle somme potremmo incentivare l’agricoltura, il biologico. Cinque Stelle è vostro, se decidete di non delegare i politici che hanno inquinato e depredato la Basilicata». Poi guarda lontano. «Chiunque di noi andrà in Parlamento, prenderà 2500 euro al mese e ci decurteremo lo stipendi contro i politici che hanno tutto». Chiusura secondo tradizione: Beppe Grillo e la sua forma di pane di Matera tra le mani. a.ciervo@luedi.it
«Bersanie Berlusconihanno pauradel nostromovimento»
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