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La chiesa del Cuore Immacolato di Maria rifugio delle anime

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MILETO – Nuova mossa a sorpresa del vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Luigi Renzo, nell’ambito della lunga querelle, che si trascina ormai da 3 anni e mezzo, con la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime, guidata dal presidente Pasquale Anastasi.

Il presule miletese, infatti, ha scritto una lettera aperta ai soci della Fondazione e ai cenacoli di preghiera (GUARDA IL TESTO INTEGRALE), ispirati dalla mistica di Paravati Natuzza Evolo (deceduta il primo novembre 2009 ad 85 anni), lanciando la sua personale proposta per chiudere quella che è stata una vera e propria guerra tra i due enti.

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Il vescovo, infatti, chiede alla Fondazione «di aver assegnata in comodato d’uso gratuito per la durata di 99 anni tacitamente rinnovabili la chiesta Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime». In questo modo il vescovo garantisce «l’impegno non solo a procedere alla sua sollecita consacrazione, ma anche a costituirla, salvi i tempi canonici necessari, in Rettoria, in vista della sua successiva elevazione a Santuario Diocesano, non appena detto comodato d’uso sarà regolarmente registrato con Atto Notarile».

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DI MARIA RIFUGIO DELLE ANIME

Rispetto allo Statuto, poi, «visto che, malgrado i tentativi fatti in questi anni – scrive il vescovo – si continua a ritenerlo “intoccabile”», la Fondazione «essendo di fatto senza più riconoscimento canonico ormai dal 1° agoto 2017, in piena libertà e responsabilità, se crede, potrà conservarselo nell’attuale forma, chiaramente – precisa il vescovo – purificato dei riferimenti ad attività di culto e di pastorale provvedendo in tempi brevi ad un suo nuovo riconoscimento solo civile e con una diversa identità giuridica consentita dal Codice civile».

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In questo caso, come «gesto di buona volontà e di attenzione», Renzo si dice disposto «a ritardare i tempi della revoca perché la trasformazione possa tecnicamente prodursi senza conseguenze soprattutto finanziarie». Tuttavia, «qualora la richiesta e la proposta non dovessero essere accolte – puntualizza il vescovo – «mi vedrò costretto ad attivare, senza altre perdite di tempo, le procedure per la revoca definitiva alla Fondazione della qualifica di “Religione e culto” e di ente ecclesiastico civilmente riconosciuto», aggiungendo che «in questa malaugurata ipotesi, sarete voi ad assumervi davanti ai cenacoli, ai figli spirituali di Natuzza e all’opinione pubblica tutte le responsabilità per quanto riguarda le possibili ripercussioni anche sul patrimonio in vostra dotazione».

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Il tempo stringe e il vescovo fissa una scadenza che non deve oltrepassare il mese di giugno, trascorso il quale si passerà alla revoca definitiva del riconoscimento vescovile.

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