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IERI il popolo del centrosinistra si è svegliato di buon umore per la vittoria notturna di Barack Obama. Che nel discorso di ringraziamento di Chicago ha detto «il meglio deve venire». E Nichi Vendola, in tour in Calabria per le Primarie, dopo aver esultato per la vittoria del presidente americano, parlando di economia, ha detto «il peggio deve venire». Dentro questi due sentimenti, la soddisfazione per la vittoria democratica negli States e la paura per com’è dura la vita della nostra gente, si sviluppa il dibattito politico. Tra diffidenza e accenni di partecipazione. 

Lunedì sera Sky offrirà l’opportunità ai cinque candidati del centrosinistra di confrontarsi in un pubblico dibattito. Sarà un bel vedere che i dirimpettai del centrodestra un po’ invidieranno, impelagati a decidere cosa fare. La politica calabrese sembrava pietrificata tra una maggioranza che comanda in modo uniforme e una minoranza che balbetta una pseudo opposizione. Ecco, quindi, che le Primarie, come annotava Pietro Ignazi, «fanno bene al Pd per la sferzata  di energia ed entusiasmo che la competizione suscita, per la centralità mediatica che ne deriva, per la ridefinizione delle correnti e degli aspetti di potere interni». Nello specifico calabrese esse sono, o almeno appaiono, un vero toccasana. Specie nel Pd. Che prima e durante l’estate ha tentato di avviare i congressi che sono apparsi subito una cosa svogliata, certamente circoscritta nel ristretto ambito degli addetti ai lavori. Poi c’è stata la mozione parlamentare pro-Calabria che è stato un mezzo flop. Poi c’è stato il flop intero della manifestazione con Bersani (che dovrebbe tornare in Calabria per prendersi l’appoggio quasi plebiscitario di tutte le componenti locali che lo sostengono superando ataviche controversie). Nel frattempo è arrivato il camper di Matteo Renzi suscitando curiosità. Questa settimana è partito il regolamento delle Primarie che prevede una preregistrazione online. Con un intensificarsi di riunioni e iniziative. Un brulicare di comitati. A fianco alle attività promosse dal Pd, dove si registra anche una presenza combattiva del gruppo che appoggia Laura Puppato, corrono in parallelo Nichi Vendola, leader di Sel e Bruno Tabacci di “Italia Concreta”. Quest’ultimo candidato ha una conformazione desueta rispetto agli standard normali, nel senso che egli è un democristiano, e quindi potrebbe attirare l’attenzione di un pezzo di popolo di Todi, ma è anche un rutelliano non pentito. Tant’è che l’Api lo sostiene con il suo l’apparato. Infatti, Pietro Giamborino, coordinatore regionale di Tabacci, ha detto: «Sin dal nome Italia Concreta  rappresenta a pieno le caratteristiche umane e politiche di Bruno Tabacci e allo stesso tempo il nostro progetto per il Paese che ha bisogno ora più che mai di concretezza. Noi abbiamo scelto di puntare sull’esperienza e le capacità politiche di alcuni amici che in tutta la Calabria hanno deciso di mettersi in gioco per questo progetto e sono certo che i risultati non mancheranno». 

Questo significa anche che s’è consumato il divorzio politico tra il senatore Franco Bruno e Diego Tommasi che è passato organicamente nel centrodestra. Ciò è potuto accadere per il fallimento del Terzo Polo. Insomma, c’è in corso un effetto domino di riposizionamento di vari pezzi della politica. Anche in Italia dei Valori c’è fermento. Intanto, si stanno intensificando le visite in Calabria dei vari leader. Ieri è toccato a Nichi Vendola girare la Calabria con due proposte definite, l’introduzione della patrimoniale e l’avvio del reddito minimo garantito.

 

E domani arriva Masimo D’Alema. Rosso antico, direbbe Renzi. Il leader farà un tour de force. La mattina a Reggio Calabria, il pomeriggio a Vibo Valentia e la sera a Lamezia Terme e Cosenza. Come ai vecchi tempi.

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