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LAMEZIA TERME – Vengono tirati per la giacca i sindaci calabresi del Pd. Soprattutto dopo la prima tappa nella regione di Matteo Renzi, che sta scuotendo il partito dal centro alla periferia. Alla vigilia delle elezioni sono merce preziosa, ma fino a poco tempo fa messi in un angolo, «gli eletti sono una cosa, il partito un’altra» era stato detto. D’Attorre prova a dare le prime risposte e ieri mattina li ha convocati tutti nella sede regionale del partito a Lamezia dove ha insediato la Consulta, affidando il coordinamento a Peppino Vallone, primo cittadino di Crotone. A breve saranno istituite anche le cinque consulte provinciali.
L’accelerata di D’Attorre arriva dopo altre due assemblee degli eletti senza che all’ordine del giorno ci fosse stata la Consulta dei sindaci. La prima al Centro Agroalimentare (si aspettava un’adunata?), la seconda al Grand Hotel Lamezia e la terza, ieri, nella sede del partito. All’appello hanno riposto una trentina di persone, poche rispetto alla platea degli eletti e alle aspettative. Ad accogliere i sindaci oltre al commissario, il capogruppo del Pd Sandro Principe e i consiglieri regionali Demetrio Battaglia, Nino De Gaetano e Brunello Censore. D’Attorre ha spiegato che in vista delle primarie «ognuno è libero di fare ciò che vuole» ma «si deve evitare di utilizzare le strutture istituzionali». Un avvertimento per quei sindaci già schierati con Matteo Renzi? E’ inutile dire che il “rottamatore” del Pd sta facendo proseliti in tutta Italia e anche in Calabria, catalizzando su di sé tutto il malcontento di una gestione commissariale che dura da due anni e che non sta facendo decollare il partito.
IL SERVIZIO COMPLETO E GLI APPROFONDIMENTI, A FIRMA DI ADRIANO MOLLO, SULL’EDIZIONE CARTACEA DI OGGI DEL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA.
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