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IL MINISTRO Barca sfida i vescovi calabresi: «Parlano di una pastorale che ci sarà sui servizi sociali, attenderò la loro mossa». L’esponente di Governo non ha preso bene l’appello che i presuli calabresi hanno formulato ieri: «Riflettendo sulla grave situazione del nostro Paese», è scritto in una nota della Conferenza episcopale calabra, i vescovi hanno voluto «considerare, ancora una volta, i difficili problemi che la nostra Regione vive, indebolita e umiliata dai tagli che si stanno operando da tempo nel campo della sanità, della scuola, dei trasporti ed ora anche dell’amministrazione della giustizia, con la soppressione di vari tribunali, lasciando la popolazione nell’incognita di una alternativa concreta».
Quelle due espressioni – “indebolita” e “umiliata” – riferite alla Calabria e collegate ai tagli sulla spesa pubblica hanno suscitato la reazione del titolare del dicastero per la Coesione, che durante la tappa lametina della sua visita in Calabria ha sostenuto senza giri di parole: «C’è una frase che non condivido di quell’appello che credo debba far riflettere. In quell’appello i vescovi sostengono ed attribuiscono i problemi di questo territorio ai tagli della sanità, dei trasporti. I problemi non sono in questo, ma nella pessima, inaccettabile, cattiva gestione che dei servizi della sanità e dei tribunali è stata fatta fino all’altroieri da classi dirigenti nazionali e locali deboli. È grave individuare nella efficientizzazione di questi servizi il problema. L’efficientizzazione di questi servizi, invece, è la soluzione».
Fabrizio Barca, però, non si è limitato sulla difensiva e ha rilanciato la provocazione: «Mi auguro che in quella pastorale, i vescovi sappiano metterci gli occhi addosso per la qualità degli interventi sui servizi sociali, per la cura dell’infanzia, per la cura degli anziani, per la scuola, per l’agenda digitale che abbiamo fatto».
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