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Vincenzo Ciconte resta consigliere regionale. I giudici della Corte di Cassazione, infatti, hanno rigettato il ricorso presentato da Paolo Abramo che puntava a far dichiarare ineleggibile Ciconte alle elezioni regionali del 2010. La decisione è del 12 dicembre 2011, ma è stata depositata solo oggi. Ciconte è stato assistito dagli avvocati Mario Sannino, Alfredo Gualtieri e Paola Salvatore, mentre Abramo era assistito da Filippo Lubrano, Valerio Donato e Enrico Lubrano. La vicenda è iniziata pochi mesi dopo le elezioni. Nel luglio del 2010 i giudici del tribunale di Catanzaro avevano accolto il ricorso presentato da Abramo, presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, che, al pari di Ciconte, si era candidato alle consultazioni regionali nella lista «Autonomia e diritti-Loiero Presidente» per la circoscrizione di Catanzaro, risultando poi il primo dei non eletti. Nel ricorso Abramo sosteneva che Ciconte era ineleggibile perché non si sarebbe dimesso entro il termine previsto dalla legge dall’incarico di direttore generale dell’azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro. Ciconte si rivolse dunque ai giudici della Corte d’appello che, il 20 gennaio 2011, accolsero il suo ricorso contro la precedente sentenza dichiarando, contestualmente, inammissibile il controricorso presentato da Abramo. Adesso i giudici della Cassazione hanno messo la parola fine alla vicenda stabilendo che Vincenzo Ciconte può continuare a svolgere il ruolo di consigliere regionale. «Ho sempre avuto grande fiducia nella giustizia. Oggi, alla luce di quanto emerge dal pronunciamento della Suprema Corte, posso dire che è stata ben riposta». Il commento del consigliere regionale Enzo Ciconte.

 

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