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Parto dalla masseria di Senise con una rosa. Giacomo Armentano (te lo ricordi? E’ stato viceprefetto a Potenza) l’ha colta nella sua terra, a Senise, rossa come i peperoni. Ce ne offre in abbondanza. Il figlio Guglielmo è alla quarta generazione alla guida della cementeria lucana a Potenza. Ma è qui, tra i vigneti e gli alberi da frutta, che sono voluti tornare con tutta la famiglia. “La Basilicata non può morire, va coltivata come questa terra”. Quando vedi un bimbo che mangia un omogeneizzato Plasmon, sappi che c’è anche un granello di frutta che viene da queste parti.
Guardo il lago che è in realtà una diga. Qui dovrà sorgere uno dei grandi attrattoti, lo sbarco dei Greci. Antonella mi stoppa subito. Questa storia è infondata storicamente. Ma vale come attrazione turistica, le dico. Guglielmo mi guarda perplesso. “Magari una semplice pista ciclabile per girare attorno al lago ci basterebbe per cominciare”. E mi indica il palasport con il centro velico proprio sulla riva.. Vuoi sapere cosa è rimasto? Ci sono voluti soldi per evitare che andasse in malora per abbandono. Ma è chiuso.
Questo secondo giorno di viaggio con Restartsud attraverso la Basilicata continua ad essere un ibrido. L’eccellenza e l’irrisolto. C’è bisogno di far conoscere cosa c’è in Basilicata. La Masseria di Senise è davvero bella. Passateci. Ed è frutto del lavoro decennale di ristrutturazione di una famiglia che non ha voluto disperdere le proprie radici.
E’ così. Ci sono forti motivazioni, in giro un po’ ovunque. Ma mancano facilitatori di contesto. Serve lo sbarco luminoso dei greci? Arriveranno turisti? E dove staranno? Penso che a piccoli passi si può camminare, per non creare altra ruggine come la giostra di Arte Pollino. Te la ricordi? Secondo me no.
Solagna non ci abbandona neppure oggi.
Fa proprio caldo. Non so come Giuseppe faccia a guidare, i raggi di fronte nel primo pomeriggio. Partiamo alla volta di Lagonegro, mi porto nella borsa di Matera un pezzo di magnesio che ho preso in mattinata, alla Bbc di Pisticci, l’azienda di Nicola Benedetto. E’ duro frenarlo sulla politica. Ma io preferisco bypassare, mi interessa di più la colata di alluminio. Quando trovo un lingotto di lattine compresse sono felice. C’è Elena che impazzisce come me. Ma lo sai quante cose si possono fare con il riciclo?
Agromomonte è un’uscita della Sinnica. Sarà un toponimo, sicuro. C’è un’asperità afflittiva ma indomita attorno a noi. E c’è traffico, le nostre tre auto sono già traffico qui. Avanziamo dietro tre furgoni e Giuseppe si dispera. L’uscita di Lauria ci sembra una liberazione.
Finalmente si corre, direzione sud.
A Lagonegro il tempo si ferma. Michele Canonico produce ingranaggi per orologi da torri da quattro generazioni. Il suo personale museo del tempo l’ha dovuto smontare, problemi con l’amministrazione comunale. Però se vai in giro per il mondo e vedi una torre con le lancette, per esempio il Big Ben, sappi che ci sono pezzi d ingranaggio che i manutentori ordinano qui, sopra Maratea.
Di nuovo in viaggio, verso il mare. Siamo ancora in tempo per il tramonto.
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