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Armani e Delrio il giorno dell'inaugurazione della nuova autostrada

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L’ETERNITÀ, si sa, non fa parte della dimensione umana. Né, ovviamente, di quella delle strade. Men che meno delle autostrade. A chi in questi giorni è capitato di percorrere la Salerno-Reggio Calabria non sarà sfuggito che in un tratto di circa cinque chilometri tra le uscite di Castrovillari e Sibari sono in corso lavori. In quel tratto le auto che provengono da Nord sono dirottate sull’altra corsia. È lo stesso tratto, per capirci, sul quale, salvo errori, è transitato il pulmino con a bordo il ministro Delrio per un pezzo di inaugurazione dell’autostrada calabrese.

È lo stesso tratto, per intenderci, che in quei giorni (era dicembre del 2016, cioè quattro mesi fa) era stato asfaltato nella corsia che avrebbe attraversato il pulmino istituzionale (la corsia opposta era rimasta come prima). Ora, dando per scontato che questi lavori di oggi siano necessari, utili e belli, vien da chiedersi perché mai quattro mesi fa siano stati spesi soldi, salvo errori, s’intende, per un asfalto che dopo poco è stato rimosso. Sarà forse perché quell’asfalto era stato steso sull’A3 e quello di oggi sull’A2 (come da quel giorno “istituzionale” si chiama la Salerno-Reggio)?

Uno dei tanti misteri che da sempre avvolge la maestosa opera viaria. Rimane, comunque, da concedere il beneficio del dubbio: magari a dicembre il pulmino delle grandi occasioni era passato non su un asfalto nuovo ma sulla vecchia strada sulla quale era stata data una mano di vernice nera comprata in un’occasione lampo su Amazon. Così, giusto per dare un tocco. 

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