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IL comitato di redazione del Quotidiano della Calabria esprime viva preoccupazione per l’iniziativa del sindaco di San Procopio, Eduardo Lamberti Castronuovo di mobilitare un intero paese contro un giornalista (LEGGI) per aver scritto delle notizie che lo stesso Castronuovo ritiene false.
LEGGI LA VICENDA DELLA PROCESSIONE DI SAN PROCOPIO
Si legge nella nota del cdr: «Al di là del merito, quello che ci preoccupa è il metodo. E’ davvero pericoloso aizzare un intero paese contro una persona. Un metodo civile e adeguato ad un uomo delle Istituzioni e dell’imprenditoria, sarebbe stato quello di utilizzare i mezzi che la legge mette a disposizione di chi si sente diffamato o offeso. Il Quotidiano, ne siamo certi, ospiterebbe le argomentazioni di Castronuovo come è costume del nostro giornale oltre che, in alcuni casi, anche un obbligo. Il comitato di redazione del Quotidiano della Calabria, stigmatizza la spropositata reazione del sindaco di San Procopio, esprime la massima solidarietà nei confronti di Michele Inserra ed annuncia sin d’ora che si farà promotore di chiedere all’Ordine Nazionale dei Giornalisti, alla Fnsi e alla stessa Fieg di verificare e quindi sostenere la corretta azione professionale del nostro collega. Ci rivolgiamo, quindi, al signor Prefetto di Reggio Calabria, al signor ministro dell’Interno e al signor Presidente della Repubblica affinché non sia consentito a nessuno di aizzare un’intera popolazione contro una persona, un giornalista che non ha fatto altro che pubblicare notizie di cui è venuto a conoscenza e che sono state confermate dal Procuratore della Repubblica di Reggio Calabria, Cafiero De Raho (LEGGI)».
Anche Carlo Parisi, vicesegretario nazionale Fnsi e segretario del Sindacato Giornalisti Calabria, ha invitato Lamberti Castronuovo a «sconvocare la pericolosa piazzata di martedì», annunciata senza «interrogarsi nell’aizzare le folle». Parisi osserva: «Se Inserra è diffamatore lo diranno i tribunali». Ma con il consiglio comunale nella piazza di San Procopio per esporre al pubblico ludibrio il “diffamatore” si può «generare odio, mettendo a rischio la pelle di chi svolge il proprio lavoro di cronista, spesso senza tutele. Cosa dovrebbe decidere il consiglio comunale aperto? Una “eventuale denunzia per diffamazione”. Nessuna certezza, ma l’ipotesi di un eventuale reato. Non vi è certezza che la notizia sia “destituita da fondamento”, o la variante è condannare al rogo Inserra nella pubblica piazza?».
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