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ASSUMO oggi la direzione editoriale del Quotidiano della Calabria. La prima cosa che sento di fare è dire tre “grazie”. Non c’è un ordine di importanza, perché i soggetti a cui manifesto gratitudine, insieme, hanno dato vita a un circolo virtuoso che negli anni ha consolidato la credibilità e l’autorevolezza di questo giornale. Grazie a Matteo Cosenza, il mio predecessore, al cui fianco ho lavorato per tre anni e mezzo, che del rigore morale ha fatto ragione di vita e pilastro di questo mestiere, dando concretezza a questo principio nell’attività quotidiana. Grazie all’editore, che ha sempre garantito a questo giornale la massima autonomia e la massima libertà. Grazie ai lettori, che ci hanno apprezzato e continuano a farlo. 

Questa che stiamo vivendo è una fase di profonda trasformazione del modo di fare e ricevere l’informazione. I nuovi mezzi di comunicazione hanno ampliato le opportunità per i lettori di tenersi aggiornati: non ci sono più solo giornali, radio e televisioni. Una grande mole di notizie oggi viene diffusa tramite internet e resa fruibile su computer e telefonini. Ci siamo anche noi, con il nostro apprezzato sito, che viene consultato ogni giorno da decine di migliaia di persone. Ci saremo sempre più. A partire da queste pagine, nelle quali sarà dato grande spazio a quanto accade nelle nostre città e nei nostri comuni più piccoli, fino a quelle del Quotidiano web. A prescindere dal mezzo, impiegheremo lo stesso scrupolo e la stessa imparzialità per riferire ciò che accade in questa regione. Tutto quello che accade, tutto quello che fa notizia, ma anche tutto quello che può essere utile al lettore. Come il mondo dell’informazione, anche la Calabria, che sconta le difficili condizioni di sviluppo che ben conosciamo, sta attraversando un periodo di particolare incertezza. Noi vogliamo raccontarvelo. 
Cercheremo di cogliere gli spiragli attraverso i quali possa vedersi la luce, ma saremo altrettanto determinati nel riferirvi malefatte e incapacità. Vogliamo parlare dei problemi e delle speranze dei calabresi. E lo faremo. Sballottata tra una classe dirigente non sempre all’altezza e una sorta di atteggiamento di resa incondizionata di pezzi importanti della società, questa regione va avanti come un equilibrista poco esperto sulla fune, mentre tagli e abbozzi di riforme stanno comunque trasformando il Paese fiaccato dalla gravosa congiuntura dell’economia. Mille problemi, dunque, ma anche germogli di opportunità. Degli uni e degli altri ci occuperemo. Intendiamo far parlare sempre più la gente, quella che fa piccole e grandi cose, quella che ancora non trova spazi per dire la sua. Ce n’è ancora tanta, nonostante ogni giorno anneghiamo in fiumi di parole. E’ un obiettivo importante, il nostro, e anziché ornarlo di promesse e impegni preferiamo perseguirlo, con il lavoro di tutti i giorni. Da subito. I buoni propositi ci sono tutti. I risultati li giudicherete voi lettori.
 Concludo con un altro grazie. Quello a tutti i colleghi, proprio tutti, dai collaboratori e corrispondenti ai giornalisti di tutte le redazioni, dai capiservizio ai capiredattori, ai poligrafici. Grazie a loro per quanto hanno fatto fino ad oggi e per quanto, al mio fianco, faranno per dare forma al nostro progetto. Lo faremo un po’ perché questo è il nostro mestiere, un po’ perché raccontare la Calabria dai mille volti ai calabresi è un’impresa affascinante e un po’ perché a questa terra siamo legati molto più di quanto, a volte, il caratteraccio di noi gente del Sud lasci supporre. Faremo degli errori, probabilmente, ma ce la metteremo tutta – in termini di rigore e di passione – per mantenere fede al nostro impegno, per perpetuare la nostra missione, che è quella di raccontarvi questa terra, in tutta la sequenza di luci e ombre che l’attraversano ogni giorno.
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