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Il tribunale di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Doveva essere delle più importanti opere viarie del territorio ma non è mai stata completata divenendo così l’ennesimo, enorme, incompiuta della provincia vibonese, simbolo di spreco enorme di denaro pubblico tanto da far accendere i riflettori su di essa da parte della Procura di Vibo che riuscì a portare a processo otto persone.

Ma adesso per ben cinque di loro le accuse sono cadute in prescrizione. È il processo per i lavori di realizzazione della Tangenziale Est, imponente opera stradale che avrebbe, nelle intenzioni progettuali, dovuto rappresentare una valvola di sfogo al congestionato traffico della città capoluogo. Ebbene, nella mattinata odierna il presidente del Tribunale monocratico, Brigida Cavasino, ha dichiarato il non doversi procedere nei confronti di ex tecnici dell’ente intermedio e di direttori dei lavori per intervenuta prescrizione che, a dirla tutta, era scattata già qualche anno addietro ma i vari rinvii dibattimentali hanno fatto sì che soltanto oggi fosse ufficializzata.

E così l’azione penale non potrà più essere esercitata per Francesco Giuseppe Teti (funzionario incaricato del collaudo), Leoluca Greco (direttore dei lavori), Iginio Camine Lista (Geometra e legale rappresentante della società Lista Appalti Srl che ha seguito materialmente per l’impresa tutti i lavori), Rocco Foti (legale rappresentante della società Consorter Srl, impresa esecutrice degli interventi per la messa in sicurezza della collina) per una serie di contestazioni e per Luigi Ciambrone (procuratore speciale della ditta individuale “C.G. Strade di Ciambrone Gianfranco”, impresa esecutrice dei lavori riguardanti la segnaletica) per tutti i reati mossi contro la sua persona.

I reati caduti in prescrizione riguardano l’omissione di collocare lungo la strada segnali e dispositivi di sicurezza previsti dalla legge per impedire pericoli alle persone (in diverse occasioni, infatti, cadevano dei massi dalla collina e in qualche caso per puro miracolo non si sono registrate vittime); la falsa attestazione, nei vari stati di avanzamento dei lavori e nei certificati di ultimazione degli stessi, di termine degli interventi in conformità ai progetti tecnici ed ai contratti d’appalto, il tutto per realizzare una frode ricorrendo a false certificazioni circa il corretto adempimento di quanto sottoscritto nei contratti di fornitura dei materiali.

Resta attualmente contestato per tutti, ad eccezione di Ciambrone – al quale non era comunque contestato – il reato di disastro colposo. Il collegio difensivo è stato formato dagli avvocati Giuseppe Di Renzo (Teti); Santo Gurzillo (Greco e Ciambrone); Giovanni Lacaria (Greco); Ferdinando Izzo (Lista); Santo Iacopino (Lista e Ciambrone). Il collegio difensivo è stato composto dagli avvocati Giuseppe Di Renzo (Teti), Giovanni Lacaria (Greco); Sergio Rotundo (Lista),; Demetrio Verbaro (Ciambrone) e Salvatore Gazzullo (Foti).

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