Marcello Pittella
3 minuti per la letturaLa procura insiste sull’ipotesi di abuso d’ufficio per i commissariamenti: «Espediente per gestire meglio il conferimento di incarichi ospedalieri»
POTENZA – Il pm Paolo Mandurino ha rinnovato la richiesta di sequestro di 117mila euro nei confronti della giunta regionale uscente, dell’ex commissario del San Carlo e dei direttori generali della Presidenza della giunta e del dipartimento Salute. Tutti indagati in concorso per un’ipotesi di abuso d’ufficio legata al commissariamento della principale azienda sanitaria lucana a dicembre del 2017.
L’appello al Tribunale del riesame è stato depositato dopo che il gip Rosa Verrastro ha disposto il sequestro, giovedì mattina, di altri 45mila euro sui conti correnti del solo ex commissario, Rocco Maglietta, accusato anche di falso e truffa per aver omesso di comunicare all’azienda ospedaliera la percezione di un acconto sulla sua buonuscita dello stesso ammontare. Soldi che gli avrebbero fatto superare il tetto dei 240mila euro lordi annuali fissato per legge su stipendi, pensioni, vitalizi e qualsiasi altra forma di retribuzione di provenienza pubblica. Secondo la ricostruzione degli inquirenti.
Ad agosto dell’anno scorso, infatti, l’ufficio economato del San Carlo gli aveva già decurtato i compensi da commissario, riducendoli a 117mila euro in considerazione della pensione da circa 122mila euro all’anno di cui beneficia dal 2016. Per questo ove si fosse saputo dell’acconto sul Tfr la sua retribuzione avrebbe rischiato un taglio ulteriore equivalente.
Il gip Rosa Verrastro aveva giudicato sussistenti i gravi indizi di colpevolezza soltanto per quest’ultima contestazione a carico di Maglietta. Di qui l’appello del pm su quella in cui sono coinvolti anche il governatore uscente Marcello Pittella, tutti gli altri membri della giunta uscente, (Luca Braia, Flavia Franconi, Francesco Pietrantuono, Carmine Castelgrande e Roberto Cifarelli), più i due dg regionali Vito Marsico e Donato Pafundi. Con l’obiettivo di assicurare preventivamente alla giustizia, in considerazione di una loro eventuale futura condanna, l’intero ammontare di quanto incassato dall’ex commissario nel suo ultimo anno alla guida del San Carlo. Poiché una serie di irregolarità avrebbero compromesso la designazione in sé di Maglietta alla guida dell’azienda ospedaliera per altri 12 mesi, dopo la scadenza dell’incarico da direttore generale iniziato nel 2015.
Il pm parla di un procedimento «pesantemente condizionato dalla ferma volontà del vertice politico, e in particolare del presidente della giunta regionale, di preporre alla gestione (…) una persona di sua fiducia che, tuttavia, non aveva i requisiti per la nomina a direttore generale». Sicché «il sistema dei commissariamenti», che a gennaio del 2018 ha coinvolto anche le aziende sanitarie di Potenza e Matera, sarebbe stato solo un espediente per permettere a Maglietta e i suoi “sponsor” di aggirare il blocco introdotto dall’ultima riforma della pubblica amministrazione (Legge Madia) a nuovi «incarichi dirigenziali retribuiti a soggetti (…) collocati in quiescenza».
Il tutto, stando ai sospetti messi nero su bianco dal segretario regionale della Cgil Angelo Summa, e recepiti dagli inquirenti, sarebbe stato orchestrato per avere alla guida della principale azienda sanitaria lucana qualcuno che assecondasse «i desiderata politici nel conferimento degli incarichi ospedalieri». Con la giustificazione della riforma del sistema sanitario in corso, che però a oggi è ancora ferma al palo, in attesa dell’approvazione del piano sanitario. Anche se tra novembre e dicembre la giunta regionale orfana di Pittella (causa perduranti misure cautelari e sospensione dall’incarico) ha già avuto modo di fare marcia indietro, nominando i nuovi direttori generali di San Carlo, Asp e Asm, che dovrebbero restare in carica fino al 2021.
Per il gip, tuttavia, in Basilicata sarebbe ancora valida ed efficace una norma regionale che distingue e consente incarichi commissariali retribuiti a chi gode già di una pensione, nonostante i vincoli della Legge Madia per quelli da direttore generale. Inoltre non vi sarebbe prova della consapevolezza di violare le leggi da parte della giunta regionale e dei dirigenti che hanno preparato le delibere di commissariamento.
A breve dal Tribunale del riesame dovrebbero partire gli avvisi di garanzia per Pittella e gli altri assessori regionali più Marsico e Pafundi con l’indicazione della data per l’udienza.
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