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L’ad Ciucci prevede l’inizio dei lavori per l’estate, dopo il via libera del Cipess che avverrà a giugno. Salvini fa il punto anche con l’Anas. Con il ddl Sicurezza si inaspriscono le pene per i manifestanti


ROMA – Per il Ponte sullo Stretto «Il via libera del Cipess, che avrà luogo a valle dell’intero iter autorizzativo, è previsto a giugno e consentirà di potere avviare la progettazione esecutiva e il programma delle opere anticipate, quali accantieramento, bonifica da ordigni bellici, indagini archeologiche e, in maniera graduale, le procedure espropriative». Lo ha affermato l’amministratore delegato della Stretto di Messina S.p.A., Pietro Ciucci, all’indomani dell’incontro avvenuto con Matteo Savini.

La riunione romana presso la sede della società concessionaria dell’opera ha visto l’incontro tra Ciucci e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per analizzare proprio tutte le attività in corso, per lo più legate alle comunicazioni all’Unione Europea in relazione al rispetto della direttiva Habitat. «Tali procedure verranno concluse dopo Pasqua», ha definito i tempi Ciucci.
In questo senso, alcuni giorni fa, proprio l’approvazione del report Iropi da parte del Consiglio dei Ministri ha dato un’indicazione precisa all’Europa: l’infrastruttura va realizzata per «motivi imperativi di rilevante interesse pubblico». Ragione, questa, utile a superare i limiti della Valutazione di incidenza ambientale negativa risultata dall’analisi della Commissione tecnica del ministero dell’Ambiente.

È sicuro Ciucci del risultato positivo anche di questo passaggio d’altronde: «Il Ponte sullo Stretto prevede un investimento complessivo pari a 13,5 miliardi – a fronte di un impatto sul PIL nazionale di 23 miliardi di euro – e ha già ottenuto il benestare di Governo e UE».
Sono stati discussi tra Salvini e Ciucci anche i principali documenti che, unitamente al progetto definitivo, saranno portati dal Mit all’approvazione del Cipess: la definizione del Piano economico finanziario, e l’Accordo di programma che definisce gli impegni tecnici e finanziari dei firmatari (ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, ministero dell’Economia e delle finanze, Regione Calabria, Regione Siciliana, Rete Ferroviaria Italiana, Anas e società Stretto di Messina) per il miglior coordinamento e sincronizzazione dei lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto e dei suoi collegamenti.

Lo stesso Salvini, infatti, dopo aver visitato la SdM, si è recato anche presso la sede Anas S.p.a. di Roma dove ha incontrato l’ad Claudio Andrea Gemme.
Ciucci ha in effetti ricordato come «la realizzazione del ponte verrà accompagnata da un grande piano di investimenti, pari a 70 miliardi di euro, su strade e linee ferroviarie di Sicilia e Calabria».
L’ad ha, infine, citato le aziende che parteciperanno all’opera: il contraente generale Eurolink, guidato dall’italiana Webuild, affiancata da partner esteri di rilievo come la giapponese IHI, la spagnola Sacyr e la danese Cowi; la statunitense Parsons Transportation Group che, nel ruolo di Project management consultant, garantirà il controllo indipendente degli aspetti progettuali e costruttivi; Edison Next Environment, che monitorerà le ricadute ambientali e socioeconomiche.

Intanto, il governo spiana la strada al Ponte anche su altri fronti. Dopo la sua approvazione, il decreto-legge Sicurezza è a tutti gli effetti entrato in vigore da ieri dopo essere stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Tra le norme previste è stata introdotta un’aggravante nel caso in cui minacce e violenze a pubblico ufficiale si consumino nel tentativo di impedire la realizzazione di un’infrastruttura strategica, con le pene che possono aumentare fino a un terzo dei 7 anni di carcere previsti fino a questo momento.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che pure aveva segnalato possibili criticità sull’articolo 19 del ddl (ribattezzato Pro-Tav o Pro-Ponte), ha infine firmato. Nel ddl l’esecutivo Meloni ha fatto confluire, con alcune modifiche sollecitate dal Quirinale, le norme contenute nel disegno di legge omonimo. L’iter parlamentare, secondo quanto si apprende, ora dovrebbe iniziare dalla Camera.
Le opposizioni, tuttavia, hanno già annunciato battaglia e sono pronte a presentare migliaia di emendamenti contro un testo che definiscono un «attentato alla democrazia, allo Stato di diritto e al dissenso».

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