Il consigliere regionale Marco Sorbara
5 minuti per la letturaAOSTA (VALLE D’AOSTA) – Una operazione, denominata Geenna, è stata messa a segno dai carabinieri del Gruppo di Aosta e del Ros Torino.
L’operazione è stata messa a segno in esecuzione di vari provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino nei confronti di un sodalizio ‘ndranghetistico che operava in Valle d’Aosta e riconducibile, tra gli altri, a componenti della famiglia “Nirta-Scalzone” originaria di San Luca in provincia di Reggio Calabria con collegamenti in Piemonte e Calabria.
Dalle indagini è emerso «uno scenario di pervasiva infiltrazione nel tessuto economico-imprenditoriale – fanno sapere i carabinieri – nonché di documentare l’esistenza di un’associazione finalizzata al narcotraffico di matrice transnazionale tra Spagna e Italia».
Nell’ambito dell’operazione ‘Geenna’ finalizzata a contrastare infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta, i carabinieri hanno arrestato anche il consigliere regionale Marco Sorbara, eletto nelle fila dell’Union Valdotaine. Lo si apprende da fondi investigative. Già assessore comunale di Aosta, Sorbara è stato condotto in carcere. Inoltre, anche un noto avvocato penalista torinese, Carlo Maria Romeo, risulta fra gli indagati dell’inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Carlo Maria Romeo è comparso come avvocato difensore in quasi tutti i più importanti processi di criminalità organizzata celebrati a Torino. Tra gli arrestati ci sono anche l’assessore al Comune di Saint Pierre (Aosta), Monica Carcea, e il consigliere comunale di Aosta, Nicola Prettico.
I carabinieri del Gruppo di Aosta e del Ros hanno eseguito vari provvedimenti cautelari, emessi su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Torino.
L’indagine ha confermato l’esistenza di un’articolazione territoriale di matrice ‘ndranghetista, identificabile nella ‘locale’ di Aosta. Inoltre, secondo gli inquirenti, sono emersi coinvolgimenti tra alcuni politici e il sodalizio criminale. Secondo gli inquirenti la ‘locale’ di Aosta era guidata da Marco Di Donato in qualità di capo, mentre Bruno Nirta e Antonio Raso erano i promotori e gli organizzatori.
L’inchiesta ha anche accertato che l’organizzazione era dedita al narcotraffico, anche internazionale (tra Spagna e Italia), principalmente di cocaina.
Il sodalizio ‘ndranghetista scoperto dai carabinieri ha interferito nella politica locale, sostenendo le candidature, facendo eleggere nel Consiglio comunale di Aosta uno degli associati, supportando l’azione politica e ricevendo vantaggi dagli eletti. Le indagini hanno anche documentato un chiaro tentativo di “scambio elettorale politico-mafioso” effettuato da Antonio Raso nei confronti di un referente regionale di partito.
Il presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra ha commentato su Twitter affermando «’Ndrangheta anche in Valle d’Aosta: ma con l’operazione Geenna sradichiamo anche questa struttura. Anche sotto le Alpi lo Stato combatte la mafia e le fa male».
Emergono anche contatti con la massoneria dalla indagine sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. Secondo gli inquirenti, alcuni indagati avevano cercato di instaurare rapporti con le logge valdostane per accrescere il loro potere. Lo si apprende da fonti investigative. Da una conversazione intercettata, in particolare, emerge l’intenzione di scalare le gerarchie di una loggia per poi fare iscrivere imprenditori e professionisti
IL DETTAGLIO DELL’OPERAZIONE
In particolare, dalle indagini è emerso che la ‘ndrangheta, è riuscita a infiltrarsi nella politica locale, come provato dalla partecipazione al sodalizio, nelle vesti di concorrenti esterni, di amministratori attualmente in carica: il consigliere regionale della Regione Valle d’Aosta Marco Sorbara (all’epoca dei fatti, nel 2015, consigliere comunale e assessore alle Politiche sociali del comune di Aosta ) e Monica Carcea, consigliere comunale nonchè assessore al Bilancio di Saint Pierre (Ao).
Il sodalizio, che aveva come esponenti principali Marco Fabrizio Di Donato, considerato capo locale, Bruno Nirta e Antonio Raso, considerati promotori e organizzatori, sempre nel 2015 aveva fatto eleggere in Consiglio comunale ad Aosta uno degli associati dell’organizzazione, Nicola Prettico. Durante la tornata elettorale del 2015 il sodalizio criminale si era offerto di dare appoggio anche all’attuale sindaco di Aosta, Fulvio Centoz, che però ha rifiutato ed è estraneo ai fatti.
I provvedimenti, emessi dal gip del tribunale di Torino, sono l’esito di un’attività investigativa avviata nel 2014 dal Nucleo Investigativo di Aosta e dal Ros nei confronti di diversi esponenti della criminalità organizzata calabrese presenti nel capoluogo valdostano. Le indagini hanno consentito agli investigatori di ipotizzare l’esistenza di un sodalizio ‘ndranghetista operante in Valle d’Aosta , riconducibile principalmente alla cosca Nirta-Scalzone di San Luca (Rc) e di far emergere l’esistenza di un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti tra la Spagna e l’Italia.
Gli accertamenti degli investigatori sono scattati nel dicembre 2014 dopo che la polizia giudiziaria aveva notato la presenza di esponenti della famiglia Nirta in Valle d’Aosta, in particolare di Giuseppe (deceduto in Spagna nell’estate del 2017, ndr) e Bruno Nirta che si incontravano con soggetti di origine calabrese in due locali, una pizzeria e un bar gestiti rispettivamente da Antonio Raso e Marco Fabrizio Di Donato. A seguito di questi fatti erano state disposte intercettazioni telefoniche e ambientali da cui è emersa la presenza sul territorio valdostano di un vero e proprio ‘locale’ di ‘ndrangheta.
Secondo le accuse degli investigatori, Carce e Sorbara, che sono indagati per concorso esterno in associazione mafiosa, nello svolgimento dell’attività istituzionale avrebbero apportato un contributo al rafforzamento dell’attività del sodalizio sul territorio. Per quanto riguarda, invece, l’avvocato Romeo è stato arrestato per aver tenuto “diverse condotte, chiaramente esulanti l’attività professionale di difensore, sia a vantaggio di un esponente della locale di Aosta, quale concorrente esterno, sia a proprio e altrui vantaggio come favoreggiamento personale, concorso in estorsione e concorso falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale”.
Il legale, infine, avrebbe in un’occasione operato da intermediario in una cessione di cocaina tra Bruno Nirta e un altro soggetto, attivandosi anche per avvisare l’organizzazione criminale del rischio derivante dalle dichiarazioni rese da un collaboratore di giustizia.
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