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Mario Oliverio mentre si reca al Riesame

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CATANZARO – Si fa più pesante il carico di accuse contro Mario Oliverio che, nelle scorse ore ha ricevuto un avviso di garanzia riferito sempre all’inchiesta “Lande desolate” (LEGGI TUTTI I PARTICOLARI), in cui è tratteggiata l’ipotesi di corruzione.

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Una nuova contestazione, quella mossa dalla Procura di Catanzaro, che si aggiunge a quella già nota di abuso d’ufficio per la quale, da alcuni giorni, il governatore è sottoposto a obbligo di dimora nella sua San Giovanni in Fiore. Le nuove accuse riguardano sempre il presunto patto da lui stipulato con l’imprenditore Giorgio Ottavio Barbieri.

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Quest’ultimo, infatti, avrebbe dovuto bloccare i lavori di piazza Bilotti, a Cosenza, cosi da penalizzare il sindaco di quella città, Mario Occhiuto, e in cambio lo stesso Barbieri avrebbe ottenuto un finanziamento extra – oltre quattro milioni di euro – per completare i lavori delle piste da sci di Lorica, in Sila.

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Rispetto a tali fatti, l’ufficio diretto da Nicola Gratteri ipotizzava solo il reato di abuso d’ufficio, ma era stato lo stesso gip firmatario dell’ordinanza a ravvisare un difetto di contestazione, suggerendo agli inquirenti di procedere con l’accusa di corruzione.

Detto fatto. Nell’avviso di garanzia è ventilata anche un’ipotesi di associazione a delinquere dai contorni, però, ancora da chiarire. Nel frattempo, si è svolta l’udienza presso il Tribunale della Libertà di Catanzaro nel corso della quale si è discusso il riesame dell’ordinanza del Gip, in relazione all’adozione della misura cautelare dell’obbligo di dimora adottata alcuni giorni fa nei confronti del Governatore delle Regione Calabria Oliverio.

La difesa del presidente della Giunta Oliverio

A dare la versione del presidente della Giunta regionale Mario Oliverio è l’avvocato Enzo Belvedere, suo difensore, il quale ha spiegato che «abbiamo fornito tutti gli elementi a discarico rispetto ad accuse che riteniamo infondatissime. La Procura era rappresentata da tre pm, che si sono divisi il compito di replicare alla difesa, ma lo hanno fatto malamente secondo noi, perché gli indizi a carico del nostro assistito sono davvero effimeri, se ve ne sono. Siamo fiduciosi che il nostro ricorso sarà accolto».

Per il legale «la procura non ha depositato nuovi elementi, sono gli stessi presenti nell’ordinanza. La decisione del riesame è prevista nei prossimi giorni». Inoltre «il 24 dicembre, nella qualità di difensore, avevo depositato una memoria a sostegno delle ragioni del Riesame. Non poco stupore ha suscitato in me il fatto che per resistere alle ragioni di un semplice abuso di ufficio abbiano addirittura partecipato ben tre procuratori della Repubblica, sostenendo ognuno a lungo le proprie ragioni, sovente uguali a quelle rese da chi era stato il primo ad intervenire», scrive in una nota l’avvocato Belvedere.

Dal canto suo il legale ha chiesto «che al verbale di udienza fosse allegata la mia dichiarazione di sbigottimento per l’accaduto, posto che tale è ‘cortesia’ riservata esclusivamente al presidente di una Regione e che mai ad alcuno è capitato di assistere ad analogo ‘spiegamento di forze’ per una ipotesi di abuso di ufficio semplice. Ce ne faremo una ragione. – aggiunge l’avvocato Belvedere – Siamo fiduciosi che il Riesame intenda quali sono state le ragioni che hanno mosso l’agire politico (nel senso aristotelico) del Presidente, che sono di esclusivo fine pubblico e non per avvantaggiare taluno o penalizzare tal altro. L’opera in parola è stata realizzata, non è una ‘landa desolata’, come la pessima definizione data all’operazione vorrebbe far intendere, tutto un territorio si avvantaggia del rifacimento di un obsoleto impianto di risalita e delle opere ad esso complementari».

Rispetto al nuovo avviso di garanzia Belvedere ha aggiunto che «la Procura sulla base dei medesimi fatti, quelli dell’assurda ipotesi di aver richiesto il rallentamento dei lavori di Piazza Bilotti a Cosenza, ha notificato al Governatore un’informazione di garanzia per il reato di corruzione, in quanto avrebbe agito ‘per un mero tornaconto politico’. Quanto mai destituita di fondamento questa ipotesi. Nessuna novità e nessun aggravamento di posizione, quindi. Anzi, correzioni improbabili (in corso d’opera) di tiro accusatorio, che denotano labilità indiziarie evidenti».

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