Scommesse online
3 minuti per la letturaREGGIO CALABRIA – Le mafie si sono spartite e controllano il mercato della raccolta illecita delle scommesse on line. È quanto emerso al termine di tre diverse indagini delle procure di Bari, Reggio Calabria e Catania, coordinate dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo che hanno portato all’arresto di 68 persone e al sequestro di beni in Italia e all’estero per oltre un miliardo. Il volume delle giocate, riguardanti eventi sportivi e non, scoperto dagli investigatori di Guardia di Finanza, Polizia e Carabinieri, è superiore ai 4,5 miliardi.
I destinatari dei provvedimenti cautelari sono tutti importanti esponenti della criminalità organizzata pugliese, reggina e catanese, oltre a diversi imprenditori e prestanome. Guardia di Finanza, Polizia, Carabinieri e personale della Dia stanno inoltre eseguendo una ottantina di perquisizioni in diverse città.
I reati contestati, a vario titolo, vanno dall’associazione mafiosa al trasferimento fraudolento di valori, dal riciclaggio all’autoriclaggio, dall’illecita raccolta di scommesse on line alla fraudolenta sottrazione ai prelievi fiscali dei relativi guadagni.
Dalle indagini è emerso che i gruppi criminali si erano spartiti e controllavano, con modalità mafiose, il mercato delle scommesse clandestine on line attraverso diverse piattaforme gestite dalle stesse organizzazioni.
Il denaro accumulato illegalmente, il cui percorso è stato monitorato dalla Guardia di Finanza, veniva poi reinvestito in patrimoni immobiliari e posizioni finanziarie all’estero intestati a persone, fondazioni e società, tutte ovviamente schermate grazie alla complicità di diversi prestanome. E proprio per rintracciare il patrimonio accumulato ed effettuare i sequestri è stata fondamentale la collaborazione di Eurojust e delle autorità giudiziarie di Austria, Svizzera, Regno Unito, Isola di Man, Paesi Bassi, Curacao, Serbia, Albania, Spagna e Malta.
Sono diciotto i fermi per associazione mafiosa, abusivo esercizio dei giochi e delle scommesse, omessa dichiarazione di ricavi per 3,2 miliardi di euro, truffa aggravata ai danni dello stato per oltre 60 milioni di euro, disposti dalla Dda di Reggio Calabria nell’ambito dell’operazione “Galassia”.
La Dda reggina ha disposto il sequestro dell’intero profitto dell’organizzazione criminale, quello di 23 società estere, 15 imprese operanti sul territorio nazionale, 33 siti web nazionali e internazionali, 24 immobili, numerosi automezzi e conti correnti italiani ed esteri, nonche’ di innumerevoli quote societarie, per un valore complessivo corrispondente ad oltre 723 milioni di euro.
Oltre 200 i militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria impegnati, unitamente a personale del locale Centro Operativo della Dia, del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e del Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi Tecnologiche della Guardia di Finanza di Roma, per l’esecuzione in tutto il territorio nazionale dell’operazione con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia di Roma e della Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, guidata dal procuratore capo, Giovanni Bombardieri.
Il sequestro riguarda l’intero profitto dell’organizzazione, oltre a quello di 23 società estere, 15 società italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di “gambling on line” ed innumerevoli quote societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per un valore complessivo corrispondente ad oltre 723 milioni di euro.
Nell’operazione è coinvolto il “ghota” della ‘ndrangheta. Le indagini della Dda reggina, in particolare, hanno accertato l’infiltrazione di esponenti della cosca Pesce-Bellocco, nella rete commerciale destinata alla distribuzione territoriali del brand “Planetwin365”. In particolare, sarebbero stati appurati rapporti di natura illecita posti in essere da Antonio Zungri, nella sua qualità di “master regionale Calabria”, nonche’ da David Laruffa , quale “Agente Calabria”, con esponenti della cosca.
Un ruolo avrebbe svolto anche la cosca Piromalli, la più potente operante nella Piana di Gioia Tauro, che sarebbe stata presente nelle imprese riferibili a Santo Furfaro, tra cui il Susan Bowling, sito all’interno del Parco Annunziata di Gioia Tauro, ed un’impresa dedita al noleggio, su scala nazionale, di slot e VLT.
Il Procuratore nazionale antimafia e Antiterrorismo Francesco Cafiero de Raho ha sottolineato la necessità che la «politica presti attenzione» alle infiltrazioni delle mafie nel settore dei giochi e delle scommesse perché altrimenti «l’Italia non sarà in grado di decollare» è il sud «continuerà ad essere la zavorra dell’economia del paese».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA