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Il centro Center Stock

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REGGIO CALABRIA – Ha atteso un paio di giorni prima di replicare alle accuse, ma alla fine Michele Serra, l’imprenditore reggino che il 26 ottobre scorso ha subito una confisca da 25 milioni di euro (LEGGI LA NOTIZIA), ha deciso di dire la sua.

«Sono stato sottoposto alla misura della sorveglianza speciale – ha spiegato – con obbligo di soggiorno senza aver mai subito una condanna per associazione mafiosa o reati perpetrati con metodo mafioso. Non ho mai agevolato alcuna associazione mafiosa».

Serra chiarisce che «nel processo denominato Ghota (SCOPRI IL FASCICOLO IN AGGIORNAMENTO DINAMICO CON TUTTE LE NOTIZIE SULL’OPERAZIONE GOTHA), derivazione del procedimento Fata Morgana – prosegue – sono stato assolto con formula ampia dall’unica ipotesi di reato che mi veniva contestata, interposizione fittizia aggravata dal metus mafioso e dalle finalità mafiose. All’interno del gruppo Center Stock non si nasconde nessuna organizzazione criminale (Tegano) né direttamente né indirettamente. Tant’è vero che la Cassazione, il 12 settembre 2018, annullava il sequestro preventivo posto a carico di Center Fruit (altra società del gruppo) che poi veniva confermato dal Tribunale del riesame di Reggio».

Rispetto al provvedimento del 26 ottobre, poi, Serra puntualizza che «il patrimonio posto sotto sequestro quantificato in ’25 mln di euro’ non corrisponde ai beni ed ai mezzi utilizzati per l’esercizio dell’impresa. Il patrimonio immobiliare aziendale e personale non supera i tre e trattasi di un patrimonio conseguito lecitamente ed ancora gravato da mutui ipotecari. I conti correnti di cui si parla sono conti di servizio alimentati dall’incasso giornaliero e da nessun’altra fonte se non dal lavoro duro prestato dallo scrivente e dalla moglie».

Infine, «la mia vita imprenditoriale e la cosiddetta escalation di cui parla il provvedimento di confisca – conclude Serra – sarà oggetto di impugnazione a tutela della mia immagine e della mia famiglia. Il collaboratore di giustizia De Rosa non è soggetto che conosco e chi gli avrebbe riferito della mia vicinanza alle cosche di ‘ndrangheta (Labate) ha senza ombra di dubbio detto solo menzogne. La signora Latella, oggi testimone di giustizia, non l’ho mai conosciuta. Nei confronti di quest’ultimi darò mandato ai miei legali affinché avanzino querela». 

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