X
<
>

Share
1 minuto per la lettura

Un anno dopo la tragedia di Cutro: 94 morti, appello dei vescovi della Calabria a non dimenticare. 23.000 morti nel Mediterraneo dal 2014. «Tutti si impegnino per accoglienza e solidarietà».


CUTRO (CROTONE) – Un anno fa, nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023, le acque di Steccato di Cutro inghiottivano 94 vite. Nel naufragio di Cutro morirono 34 uomini, 26 donne e 34 bambini, in cerca di una speranza di vita. Un dramma che si aggiunge alle circa 23.000 persone che, dal 2014, hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo.

NAUFRAGIO DI CUTRO L’APPELLO DEI VESCOVI DELLA CALABRIA A NON SPEGNERE LA VOCE DELLE VITTIME

«Dal 2014 sono circa 23.000 le persone che hanno perso la vita nel Mar Mediterraneo, ma il rischio è che perdano anche la voce: quella voce che siamo chiamati ascoltare, non solo per non dimenticarli, ma per non rendere vana la loro vita e la loro morte». Si legge in un accorato appello dei vescovi della Calabria. «Rivolgiamo a tutti – scrivono – un accorato appello affinché non scenda l’ombra dell’oblio su queste vite spente né sulle tante altre che necessitano ancora di essere ascoltate».

«Non possiamo – proseguono i vescovi della Calabria- dimenticare come molte di queste provengano da campi profughi di cui nessuno parla e da città ghetto di cui nessuno si occupa volentieri. Tutti facciano la loro parte: Stato, Regioni, Province e Comuni, Chiesa, mondo dell’informazione e altre realtà associative. Tutti, ognuno per ciò che gli è proprio, si impegnino con maggior coraggio e forza per promuovere non la cultura della chiusura, della persecuzione, della violenza, della deprivazione della dignità umana, ma quella della accoglienza e della familiarità. Costruiamo – concludono- insieme una storia che non sia la fine, ma un nuovo inizio per quei tanti che in noi vedono una speranza di vita nuova».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE