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Il collaboratore di giustizia Antonio Accorinti

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Il pentito Antonio Accorinti, ex rampollo dell’omonimo clan di Briatico, svela i segreti della consorteria, tirando in ballo anche personaggi politici locali come in occasione della presunta estorsione per i lavori alla scuola di Briatico


VIBO VALENTIA – “Non sono battezzato nella ‘ndrangheta, né affiliato, né io né i miei familiari. Posso dire che nessuno me lo ha mai proposto, anche perché ho un trascorso importante di tossicodipendenza”; è questo uno dei passaggi del collaboratore di giustizia Antonio Accorinti, a capo della ’ndrina di Briatico, presente in uno dei verbali rilasciati alla Dda di Catanzaro nel quale affronta una serie di frangenti chiamando in causa i presunti appartenenti al sodalizio criminale.

Il pentito, figlio del boss Nino, aggiunge tuttavia di aver “sicuramente frequentato molte persone affiliate, tra le quali i fratelli Melluso, Carmelo e Ferdinando Il Grande ed altri” e di aver appreso da Simone Melluso, che definisce un fratello, del loro battesimo. Lui stesso lo era stato, dopo tanto tempo è riuscito ad ottenere questa affiliazione con la Locale di Zungri. Dico molto tempo perché aveva già provato ad affiliarsi su Piscopio, con Salvatore Tripodi”.

“L’ESTORSIONE ALLA SCUOLA FATTA DALL’EX SINDACO”

Nel corso del verbale Accorinti tira in ballo l’ex sindaco Andrea Niglia imputandogli addirittura la responsabilità di una estorsione ai danni dell’istituto scolastico: “Fu ad opera di Andrea Niglia  in quanto c’erano le elezioni e lui mi consegnò i soldi insieme a Massara per avere voti da me e dai miei famigliari. Posso inoltre riferire anche l’estorsione in corso su Briatico Vecchio e sul danneggiamento alla baia Safò”.

LE MINI CROCIERE

Con riferimento alle Isole Eolie, l’ex rampollo degli Accorinti riferisce che la sua famiglia si occupava del trasporto passeggeri ma il servizio gli è stato tolto “in quanto avevamo avuto problemi con Francesco La Rosa: verso la fine del settembre 2006, dopo l’arresto di mio padre, mi chiese una percentuale per lavorare e io mi rifiutai. Da quel momento sono stato tagliato fuori e hanno fatto lavorare altri imprenditori, Comerci e Salvatore La Rosa. Per questa vicenda ho avuto anche diversi battibecchi anche direttamente con Francesco La Rosa”.

IL TRAFFICO DI AUTO DA NAPOLI

Il pentito Antonio Accorinti riferisce inoltre dell’esistenza di “un traffico di macchine da Napoli: “C’è un cugino di Simone Melluso, da cui mi sono recato una volta e che mi disse che aveva una macchina. Anche io acquistai una vettura poi rivenduta ad un terzo e mi accorsi solo dopo che si trattava di un doppione, nel senso che clonavano libretti di auto importate illegalmente”.

L’ESTORSIONE ALLA DITTA DI PULIZIE

Ulteriore frangente raccontato è quello alla presunta estorsione ad una ditta di pulizie di Lamezia ma di non sapere se sia andata a buon fine e di essere a conoscenza da Francesco Mamone; titolare di un ristorante a Zungri, le Grotte di Desio, “che negli anni passati aveva mandato 500 euro per i detenuti dandoli a Giuseppe Armando Bonavita. So per certo che la ditta per cui effettuava queste forniture, nella specie erano pannelli solari, ha dato la mazzetta a Francesco Barbieri”.

E Mamone, oltre all’attività di ristorazione, ha anche una ditta di condizionatori che fornisce ed istalla anche pannelli solari e, in relazione all’appalto della scuola elementare di Briatico, “so che ha versato questi 500 euro a Bonavita. Sempre con riguardo alla realizzazione di questo edificio scolastico, so che la ditta incaricata dei lavori edili, di cui non conosco il nome, ha versato dei soldi a Francesco Barbieri. Su questa estorsione ho riferito a lungo negli interrogatori successivi”.

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