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Il 19 gennaio (dalle 19 con diretta Rai1) 54 bande musicali europee e lucane tra i Sassi, poi le parole di Mattarella. E il via a 11 mesi di programmazione

MATERA – Cinquanta settimane di programmazione, 330 giorni di eventi intorno ai 5 temi del dossier di candidatura, di cui l’80 per cento di produzioni originali nate a Matera. E ancora quattro grandi mostre (più una “partecipativa”) e tante collaborazioni internazionali come quelle con Petra, Rosario, Tunisi e Toronto, e collegamenti con istituzioni nazionali, internazionali o intercontinentali come l’Eu Japan Fest.
Matera 2019 è un caleidoscopio nel quale è anche ostico orientarsi, vista la quantità (e l’indubbia qualità) della proposta culturale.

UNA “PRE-INAUGURAZIONE” Sempre a proposito di legami con il resto del mondo, immancabile un filo diretto con Plovdiv – l’“altra” capitale europea della cultura per il 2019 – fatto di progetti in comune a partire dalla cerimonia inaugurale sulla sponda bulgara il 12 gennaio, esattamente una settimana prima di quella tra i Sassi.
Non solo: a Pasqua sul tema del pane e a luglio sull’esplorazione dello spazio vi saranno altri due momenti di condivisione e collaborazione, mentre a ottobre ci sarà un festival degli “urban games” all’interno delle due città.

In generale è una vera e propria partitura musicale, dove trovano posto la musica e tutte le arti ma anche le eccellenze dell’enogastronomia, pane in primis: non a caso la Fondazione ha pensato a un grande grafico molto simile a un pentagramma in cui ogni rigo è rappresentato da un tema del dossier, con le note a segnare le iniziative in programma.
Insomma, a 100 giorni dal via bisogna iniziare a predisporre le orecchie alla “musica”. Dopo le polemiche su Fondazione, logo e ritardi – quella sui cantieri con la ministra Lezzi sta ancora accendendo il dibattito politico –, il 17 ottobre saranno quattro anni dalla designazione da cui tutto partì, una data forse più importante, nella storia della città, del riconoscimento (1993) di Patrimonio mondiale dell’Umanità ai Sassi e al Parco delle Chiese Rupestri.
Ora la Basilicata, fresca di premi ed encomi alla fiera Ttg di Rimini e da qualche giorno in vetrina sui canali tv nello spot con la sua skyline unica al mondo, si presenta all’appuntamento con una situazione politica non proprio ottimale – governatore sospeso dopo 80 giorni ai domiciliari per l’inchiesta sulla sanità partita proprio da Matera… – e un voto che, secondo ipotesi non ancora smentite, potrebbe cadere proprio in concomitanza con l’avvio delle celebrazioni (di preciso, la scadenza della consiliatura è il 20 gennaio, prima domenica disponibile dopo i canonici 60 giorni: nel 2013 si votò il 17-18 novembre).
In questa situazione fluida, l’unica cosa compiuta sembra proprio il programma degli eventi (che riproduciamo per intero nelle due pagine seguenti).
Ecco una guida minima a quelli imperdibili.

LA CERIMONIA INAUGURALE La Basilicata conta 131 Comuni, la maggior parte dei quali ha una propria banda marciante. La cerimonia d’inaugurazione di Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019 – in programma il 19 gennaio alle 19, perché i numeri non sono mai casuali – recupererà questa grande tradizione musicale meridionale, dando vita nelle strade di Matera a una straordinaria festa di paese di dimensioni inedite in cui l’intera città risuonerà di musica e luce.

Per questo evento straordinario «non soltanto l’intera regione Basilicata sarà a Matera, ma Matera sarà l’Europa»: infatti 27 capitali europee della cultura arriveranno a Matera rappresentate dalle proprie bande marcianti. Dal mattino le bande musicali provenienti da tutta la regione e dall’Europa animeranno la città, giungendo a piedi con i propri strumenti. Convergeranno attraverso le grandi direttrici viarie da nord, sud, est e ovest, dalla Murgia e perfino salendo lungo la Gravina.

Saranno più di duemila i musicisti divisi in 54 bande che attraverseranno i quartieri della città (Spine Bianche, Serra Venerdì, La Martella, Serra Rifusa) e raggiungeranno 27 piazze, accolti dagli allestimenti che i cittadini insieme agli studenti delle scuole avranno realizzato ad hoc. Seguirà un intenso momento di scambio e relazione: un pranzo conviviale di quartiere organizzato per ogni piazza e animato da famiglie, bambini, cittadini.

Al calare del sole gli orchestrali convergeranno infine sui Sassi, ognuno suonando il proprio repertorio, finché ogni vicolo del Sasso Barisano e Sasso Caveoso non sarà saturo di note. La città antica risuonerà di frammenti di brani e spezzoni musicali disconnessi, con una vera e propria jam session. I Sassi luccicheranno al lume di candela, con gli elementi luminosi preparati dai cittadini attraverso il progetto Lumen Social Light.

Gli abitanti della città, che nel frattempo si saranno raccolti lungo la Murgia dall’altra parte della Gravina, osserveranno in silenzio i Sassi come fossero il palcoscenico di un enorme anfiteatro.

LA DIRETTA RAI E IL SECONDO GIORNO Grazie al partenariato con la Rai, sempre alle 19 del 19 gennaio inizierà la diretta televisiva che seguirà tutto il concerto musicale coordinato da un Maestro d’eccezione; alle 20, il Tg1 trasmetterà le parole di apertura della manifestazione affidate al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il concerto proseguirà con le performance di artisti noti a livello nazionale e internazionale che si esibiranno in diverse piazze della città, diffondendo la cerimonia a macchia d’olio in ogni strada, vicolo, piazza e cortile.

Eppure la cerimonia inaugurale non si esaurirà nei soli confini comunali di Matera e non terminerà il 19 gennaio, ma risuonerà in scala differente in tutta la regione: il giorno seguente all’inaugurazione, 20 gennaio, ogni banda lucana ospiterà nel proprio comune una banda straniera con cui animare insieme il centro del paese, attraverso un’esibizione in piazza.
Poi si entrerà nel vivo. Sarà un cartellone variegatissimo scandito appuntamento per appuntamento in modo che da subito si può sapere cosa è stato calendarizzato di tre mesi in tre mesi e con aggiornamenti puntuali: il messaggio che la Fondazione ha voluto lanciare è che in qualunque giorno, chiunque verrà a Matera troverà qualcosa da fare e lo potrà verificare nel programma.

IL PASSAPORTO E LA MOSTRA DEI VISITATORI Tre mesi fa i vertici della Fondazione a Roma hanno presentato al ministro dei Beni e delle Attività culturali, Alberto Bonisoli, l’80% del programma culturale, a settembre il via alla campagna per la vendita del passaporto per diventare “cittadino temporaneo” di Matera: un abbonamento al prezzo unico di 19 euro che consentirà l’accesso a tutte le iniziative in programma nel 2019 previa prenotazione.
Si tratta di un pass di «abitante culturale»: ai possessori saranno consegnati un piccolo oggetto e una password con cui consultare il programma quotidianamente. Una quinta mostra che si aggiunge alle quattro grandi già programmate sarà di fatto caratterizzata dagli oggetti che i visitatori doneranno arrivando a Matera: sarà chiesto loro di lasciarne almeno uno al ritiro del passaporto culturale. Le stime parlano di almeno 200mila passaporti acquistati da chi arriverà tra i Sassi, ma le previsioni sulle presenze partono da 700mila per arrivare a 800mila e oltre.

TRA RAVENNA E IL GIAPPONE Sarà un passaporto per il mondo. Spulciando tra le pieghe del programma, ci si rende conto che si tratta di un evento che parte dalla dimensione (riscattata in decenni di crescita e turismo) di una ex “vergogna” nazionale e si proietta al mondo attraverso una cassa di risonanza europea.
Quattro sono i grandi cantieri di relazioni avviati in questo quadriennio: oltre a Plovdiv, ci sono anche le altre capitali europee della cultura passate e future, nonché le città italiane candidate al titolo.
Matera è, infatti, tra le altre cose capofila del programma “Italia 2019” che coinvolge molte delle altre città candidate nel 2014. Con la città di Ravenna, in particolare, verrà realizzato a Matera lo spettacolo “Purgatorio”, seconda tappa della trilogia “La Divina Commedia 2017-2021”. L’intesa con Ravenna e il Ravenna Festival si sposa con il progetto Capitale per un giorno (due momenti di aggiornamento con la partecipazione di 78 Comuni tra Potentino e Materano come segno di attenzione e volontà di partecipazione); con la città romagnola è stata definita un’intesa in occasione dei 700 anni dalla morte di Dante per presentare il “Purgatorio” a Ravenna e Matera con una co-produzione tra Fondazione Matera 2019 e Ravenna Festival-Teatro Alighieri in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro: appuntamento dall’1 al 16 giugno, come location è stata scelta la scuola “Alessandro Volta” che con adeguati interventi del Comune verrà recuperata e resa fruibile. Proprio il recupero di alcuni edifici e l’utilizzo per questi eventi sono stati individuati a mo’ di paradigma del percorso di rinascita e valorizzazione alla base della fruizione anche una volta finite le celebrazioni.
Appuntamenti e iniziative sono programmati anche con Rosario la città argentina con una folta pattuglia lucana, con Tunisi e Petra cercando di coinvolgere anche riferimenti di altri continenti.
Infine, in questo tour tra città vicine e lontane, la collaborazione con il Giappone tramite il progetto Eu-Japan Fest (fino al 30 novembre 2019) giunto alla 27esima edizione che consentirà di portare a Matera coproduzioni artistiche per consentire a grandi artisti e collettivi giapponesi di portare a Matera le loro produzioni e di collaborare con la scena creativa lucana e le scuole del territorio.

I CINQUE TEMI Tutta l’offerta è stata strutturata lungo 5 assi principali, collettori di idee e proposte che raccolgono le peculiarità del territorio e lo traducono in forme d’espressione. Anzitutto il “Futuro remoto”: in questa sezione si segnala la mostra «La poetica dei numeri primi» (dal 21 giugno al 31 ottobre), la seconda delle quattro grandi mostre di Matera 2019, con la direzione scientifica di Piergiorgio Odifreddi. Ad animare gli spazi evocativi e affascinanti di Matera, Metaponto, Policoro saranno tre tipologie di percorsi: uno storico, due didattici e tre artistici. All’interno di quest’ultimo sarà possibile scoprire le opere di Escher, Ugo Nespolo, Aldo Spizzichino. La mostra sarà arricchita da conferenze dei più grandi matematici viventi, da Andrew Wiles, che ha dimostrato il teorema di Fermat, con conseguenze incommensurabili, a Sir Michael Atiyah, medaglia Fields della matematica, a Carlo Rovelli, il fisico i cui libri sono best seller in tutto il mondo. Si aggiungeranno inoltre spettacoli matematici, intrattenimenti con la magia della matematica, laboratori dedicati al pubblico da 3 a 90 anni ed altri specifici per le scuole.
In “Continuità e rotture” si propone un’interessante riflessione sul concetto di «vergogna» legato alle condizioni abitative e sociali della Matera arcaica (ma neanche tanto, se si pensa al dopoguerra): e allora ci si potrà confrontare con le “Architetture della vergogna” (23 luglio-22 novembre) ma anche con “La Bella Vergogna” (dal 9 al 18 agosto), un progetto spettacolare fra teatro, video, danza e musica, che prende spunto dal comizio che Palmiro Togliatti tenne a Matera l’1 aprile 1948 quando definì la situazione igienico sanitaria dei Sassi di Matera «una vergogna nazionale». Carlo Levi, nel suo “Cristo si è fermato a Eboli”, qualche anno prima, aveva sottolineato la tragedia in cui vivevano i circa 20mila abitanti dei Sassi, ma anche l’infinita «bellezza di Matera». Che ora ha modo di risplendere fra teatro e architettura.
Ma non solo: in “Riflessioni e connessioni” s’innesta il «Rinascimento visto da Sud – Matera, l’Italia meridionale e il Mediterraneo tra 400 e 500», una grande mostra mai realizzata prima d’ora in Italia per «rileggere il Rinascimento guardandolo da Sud, alla ricerca delle rotte mediterranee della cultura, delle arti e degli artisti e comprendere meglio il dialogo e gli scambi tra le diverse sponde di quel Grande Mare che, nei secoli, ha messo in contatto le civiltà e i popoli». L’esposizione (curata da Marta Ragozzino, Pierluigi Leone de Castris, Matteo Ceriana e Dora Catalano) propone più di 180 preziose opere d’arte: in mostra fino al 29 settembre rarissimi oggetti e documenti storici di forte impatto per ricostruire, attraverso un sorprendente racconto visivo, la fioritura artistica e culturale avvenuta nell’Italia meridionale tra la metà del Quattrocento e la metà del Cinquecento, in relazione con il più ampio contesto del Mediterraneo. «Per ragionare sul Rinascimento da un’altra prospettiva che consentirà di mettere a fuoco una storia diversa da quella sviluppata nelle grandi capitali come Firenze, Milano, Venezia, Roma, benché continuamente interconnessa con i linguaggi e gli eventi che caratterizzavano questi grandi centri».
Il tema “Utopie e distopie” gioca con la mistica dei Sassi: da Ars Excavandi (fino al 31 luglio) a cura di Pietro Laureano, a Mater(i) P(i)etra, fino al 31 marzo con Jordan Tourism Board: Petra e Matera (gemellate Unesco) sono luoghi che condividono la stessa anima e le cui radici affondano nella pietra e nella materia in cui si sfiorano, «le rispettive civiltà rupestri – spiegano i curatori – sono il pretesto per “addentrarsi” in due territori, Basilicata e Giordania», unite nel progetto fotografico firmato dal reporter, regista e scrittore Carlos Solito.
Infine “Radici e percorsi” condurrà gli «abitanti culturali» del 2019 tra le vie del pane e le antiche tracce di religiosità, in un mix tra sacro e profano che da millenni innerva le culture del Mediterraneo.
Sullo sfondo, gli allestimenti nei luoghi di Matera2019 a cura dell’Open design school e la fase avanzata dell’Idea con 27 archivi regionali già selezionati che saranno affidati a 5 artisti di fama mondiale che realizzeranno istallazioni della durata di due mesi ciascuno.
Molto suggestiva anche la «cartografia corale» tracciata da Artepollino, associazione selezionata tra i 27 project leader cui è stato affidato il 50% del programma culturale del 2019: il progetto “Ka Art” si propone di «attivare un’ampia partecipazione sociale attraverso l’assoluta semplicità dell’atto del camminare, in una lenta, corale, immersione tra elementi naturali e umani».

QUALCHE ALTRA DATA DA SEGNARE E se nell’offerta teatrale si segnala anche “Teatro e nuovi miti” (1-2 marzo e 4 ottobre) in collaborazione con Teatri Uniti Basilicata, non mancherà il cinema: dal 1° al 7 aprile prenderà corpo «Formula cinema», la produzione di un film partecipativo a cura della Fondazione Matera Basilicata 2019 con Allelammie, l’associazione culturale sinonimo di Decima Musa in quel di Pisticci; dall’1 al 30 aprile (e poi dall’1 al 7 agosto) il progetto “Materre” a cura di Retecinema Basilicata.
Altri spettacoli da non perdere riguardano i concerti: il 24 luglio si esibirà l’Orchestra nazionale della Rai mentre dal 22 al 24 novembre si terrà, in collaborazione con Lams (Laboratorio Arte Musica Spettacolo), “Music for Matera”.

LA CERIMONIA DI CHIUSURA Il 20 dicembre, con la cerimonia di chiusura, non terminerà un 2019 da incorniciare e che si protrarrà in un certo senso fino a oltre la metà dell’anno successivo: fino al 20 luglio 2020 la Fondazione propone Airport City, un allestimento unico nel cuore della Murgia, realizzato dal visionario artista Tomas Saraceno, «un modo nuovo di guardare a Matera per trasformare in sogno la bellezza delle nuvole che la sovrastano».
Dal 21 luglio 2020, poi, non resteranno che le nuvole in transito e un patrimonio di esperienze da vivere in una Capitale senza tempo.

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