Ospedale San Carlo a Potenza
2 minuti per la letturaQuesti i tempi di attesa all’ospedale San Carlo di Potenza per un controllo ortopedico. Un piccolo record, in negativo, per la Basilicata
OLTRE cinque mesi per una visita ortopedica in classe “P” – ossia programmata, con tempi previsti non superiori ai 120 giorni – all’ospedale San Carlo di Potenza. Per la precisione, 161 giorni. Un piccolo record, in negativo, per la Basilicata nella speciale classifica sui tempi massimi di attesa stilati da Federconsumatori, che ha realizzato un’indagine (i cui risultati sono stati anticipati ieri dal Corriere della Sera) sulle liste d’attesa attraverso i siti istituzionali di Regioni e aziende sanitarie, tra la fine di ottobre e gli inizi di novembre 2024.
OLTRE 5 MESI AL SAN CARLO PER UNA VISITA IN CLASSE “P”
L’associazione, in effetti, ha voluto verificare – attraverso la ricerca – cosa è cambiato dopo le nuove norme approvate con il Decreto del 7 giugno 2024 sulle “Misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa”, poi convertito nella Legge 107, che è in vigore dal primo agosto scorso. E il risultato finale è stato piuttosto deludente. In pratica, fanno sapere da Federconsumatori, non c’è stato un reale cambiamento nell’abbattimento dei tempi di attesa per i cittadini, che continuano a fare i conti con i ritardi, a pagare le prestazioni ai privati o addirittura a rinunciare alle cure. E questo tanto al Sud quanto al Nord, almeno in alcune regioni, dove si registrano “tempi inaccettabili”.
Già, perché capita di aspettare più di tre mesi di attesa (tempo medio in Puglia) per una visita gastroenterologica urgente (codice U), da effettuare entro 72 ore; oppure otto mesi (Asl Ogliastra in Sardegna) per una prima visita cardiologica con codice D (Differibile), da fare entro 30 giorni; più di 2 mesi (sempre Puglia) per una visita neurologica urgente (codice U), da eseguire entro 3 giorni. Ancora: più di 3 mesi (Asl Napoli 1).
INDAGINE DI FEDERCONSUMATORI
Altro problema emerso nell’indagine è la carenza, sui siti istituzionali, di informazioni chiare per i cittadini, riguardo ai “percorsi di tutela”, da attivare quando non si riesce a garantire, nel pubblico, la prestazione nei tempi previsti. Mentre, persiste la presenza di “dati non disponibili”, a causa di “agende chiuse” e “liste bloccate”, che sono vietate dalla legge.
Secondo Federconsumatori, le Regioni che dispongono di siti attrezzati con cruscotti che offrono la lettura dei tempi di attesa in tempo reale sono Emilia Romagna, Lazio, Puglia, Toscana e Veneto. Mentre le migliori performance si sono registrate in Veneto col 93,36% delle prestazioni garantite nei tempi previsti, in Emilia Romagna (88,6%) e in Toscana (85,1%).
Secondo l’indagine, infine, altre Regioni come Basilicata, Friuli Venezia Giulia e Umbria, pur disponendo di cruscotti regionali di rilevamento dei tempi di attesa, non offrono report omogenei da cui estrapolare i dati.
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