Pasquale Scarmozzino, vicesegretario nazionale Aned
2 minuti per la letturaTrapianti di rene, la denuncia dell’Aned. Scarmozzino: «Le aziende rifiutano organi poi trapiantati altrove»
COSENZA – La Calabria è fuori dallo standard nazionale sui trapianti. A denunciarlo è l’Aned – associazione nazionale emodializzati – che chiede interventi «urgenti e incisivi».
Il documento, firmato da Pasquale Scarmozzino, vicesegretario nazionale Aned, prende spunto sai dati del report operativo di gennaio 2025 del Centro Nazionale Trapianti (CNT). «Basta un solo dato a comprendere il tradimento delle aspettative dei trapiantandi renali calabresi – scrive – nel 2024 solo 29 trapianti contro i 36 dell’anno precedente (-20%) in netta controtendenza all’andamento positivo nazionale. Infatti, la media trapianti reni italiana per milione di popolazione è stata di ben 41 contro i 13 della nostra regione. All’appello, mancano ben 44 trapianti di rene».
MANCANO 44 TRAPIANTI DI RENE
Le cause sarebbero facilmente individuabili secondo l’Aned. In primo luogo uno «scarso procurement organi, niente negli spoke dove insiste persino la neurologia (Vibo), reni eccedenti provenienti da altre regioni “rifiutati” ma poi trapiantati in altre, reni procurati in Calabria ritenuti inadeguati ma trapiantati fuori regione, nessun trapianto doppio di reni da donatori a criteri estesi, zero trapianti da vivente dopo un biennio di risveglio (2022 e 2023)». E ancora: «Nessun procurement alla Dulbecco nonostante la gestione di una Ecmo: chi lo dice al commissario invisibile di tale azienda se si comporta da “marchesa del grillo”?
LA DENUNCIA DEL VICESEGRETARIO ANED, SCARAMOZZINO
Di questa inaccettabile situazione, da tecnico competente se ne è accorto lo stimato direttore di Azienda Zero, ingegnere Gandolfo Miserendino, che recentemente ha firmato con L’Ismett di Palermo, ente della Regione Sicilia un accordo di cooperazione per rafforzare le competenze dei professionisti calabresi del trapianto. Un passo decisivo per una inversione di tendenza che chiediamo da anni a un latitante Dipartimento Tutela della Salute.
Naturalmente, a quanto già fatto dal direttore Miserendino c’è necessità di rafforzare l’organico nel settore trapianti per monitorare gli obiettivi ed eliminare le macroscopiche anomalie sopra evidenziate. Dal 2014 ci constano pressioni fatte da parte dei vertici nazionali dell’Istituto Superiore di Sanità sulla politica regionale calabrese, cadute nel vuoto, per adeguare strutture e risultati agli standard trapianto prefissati in Italia (minimo 30 trapianti di rene per anno). Il precedente direttore del CNT, dottor Alessandro Nanni Costa, affermava continuamente che il buon funzionamento di un Sistema Sanitario Regionale lo si nota subito dai numeri del sistema trapianti regionale. Come non dargli ragione. Confidiamo tanto nel lavoro certosino e competente del direttore Miserendino per invertire una deriva diversamente inevitabile».
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