Il primario del reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale dell’Annunziata, Fawzi Shweiki
2 minuti per la letturaIl racconto del medico dell’ospedale di Cosenza che ha in cura i due bambini vittime di presunti maltrattamenti: «Ho detto ai carabinieri che erano in pericolo»
COSENZA – Entrerà stamattina in sala operatoria il più piccolo dei due fratellini di Paola, per i quali è stato disposto l’allontanamento per la madre e la nonna con cui vivevano. Sembra plausibile che si interverrà su una o più fratture al braccio sinistro, che hanno portato il bimbo, già nel dicembre scorso, ad essere ricoverato all’ospedale di Cetraro.
«Non posso perdere tempo a parlare con i giornalisti, ho molto lavoro da fare». Il primario del reparto di Chirurgia pediatrica dell’ospedale dell’Annunziata, Fawzi Shweiki, cerca di tagliar corto sul caso dei due bambini di cui dalla notte scorsa è diventato tutore. Ma qualcosa, prima di scomparire dietro la porta bianca della sua stanza, la dice ed è sostanziale: «L’ho detto chiaro e tondo al magistrato che i bambini erano in pericolo e bisognava agire subito».
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E così è stato. I carabinieri sono andati in piena notte a prelevare il più piccolo dei due. «Io ho fatto il mio dovere – aggiunge – non potevo non segnalare quanto avevo riscontrato». Alla domanda se sul corpo dei bambini ci siano segni di bruciature di sigarette, annuisce con la testa. E poi ci sarebbero fratture, ecchimosi e altro.
PRESUNTI MALTRATTAMENTI SUI BAMBINI, POTREBBERO NON ESSERE GLI UNICI
«Ma non sono i soli ad aver avuto questi problemi». È lecito chiedergli, a questo punto, se in reparto, nel suo reparto, ci siano altri casi di bambini che potrebbero essere stati maltrattati. Ed è in quel momento che il primario cambia immediatamente discorso con l’espressione, dipinta sul volto, di chi si è lasciato sfuggire qualcosa che andava, invece, taciuta. A seguire i bambini di Paola ci sono le assistenti sociali e una psicologa infantile che cercano di colmare vuoti e registrare ogni momento di smarrimento.
Non sarà facile per loro, stare senza la loro mamma. Ma il dottor Shweiki si rivela tranquillo su questo punto. Forse perché ora, nonostante tutto, li sente veramente al sicuro? E mentre i carabinieri indagano per ricostruire le dinamiche familiari che sarebbero al centro dell’attenzione della Procura di Paola, nel contempo si cerca di rendere il soggiorno dei due piccoli il più sereno possibile. «Nonostante tutto le loro condizioni fisiche non destano preoccupazione – continua il primario – cercheremo di fare del nostro meglio per alleviare tutte le loro sofferenze».
In una delle stanze colorate del suo reparto, ci sono due bambini dal destino incerto, che saranno al centro di future contese legali. Mentre a Paola c’è una giovane madre e una nonna che trovano ingiusto tutto ciò che gli è piovuto addosso. «I bambini sono molto vivaci, giocano, si fanno male da soli» ribadisce più volte quella mamma-ragazzina, piena di piercing, che sembra proiettata in qualcosa più grande di lei e che vorrebbe convincere tutti della bontà delle sue azioni.
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