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Città del Vaticano, 31 gen. (askanews) – “Nelle canzoni c’è spazio per le emozioni e i contenuti necessari. La canzone forse non è più un contenitore di informazione, ci sono altri contenitori più rapidi, più efficaci, però la canzone rimane uno strumento poetico e io credo nella forza dell’emozione, della poesia”, ha detto Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti, a margine della conferenza stampa in Vaticano per la presentazione della mostra ‘En route’, realizzata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana in occasione del Giubileo 2025 parlando del ruolo della musica e degli artisti davanti alla guerra, in particolare al conflitto in Medioriente.”Soprattutto credo anche nell’inadeguatezza nel mio caso personale di assumermi dei ruoli che non mi spettano perché sarei impreparato e quindi di fronte a tanta tragedia e di fronte a questa tragedia io non riesco ad essere altro che silenzioso, davvero, perché mi sento impreparato, non ho gli strumenti, è talmente impensabile per me, è inconcepibile l’idea che muoiano dei bambini che non riesco neanche a portare alla parola la tragedia che sento dentro da essere umano. E quindi questa cosa non riesco proprio ad affrontarla, c’è un materiale che ci metto le mani e mi sfugge, mi scotta, mi fa paura, evito con tutto me stesso di partecipare a un gioco di tifoserie e rimango uno spettatore avvilito, impotente, impreparato soprattutto, perché non rientra proprio nelle cose che io riesco a concepire” ha concluso Jovanotti che esce oggi col nuovo album “Il corpo umano vol. 1.
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