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Francesco con i genitori

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Si conclude con un lieto fine la vicenda di Francesco, portata alla luce dal Quotidiano del Sud: l’Asp di Vibo ha dato il via libera ai “Progetti di vita” per la sua persona: potrà così ricevere l’assistenza dovuta e le spese non saranno più a carico dei familiari


VIBO VALENTIA – Il giorno tanto atteso è arrivato per bocca del componenti della commissione straordinaria dell’Asp di Vibo, Gianluca Orlando: Francesco, il ragazzo affetto da una malattia cromosomica molto rara, potrà accedere ai “Progetti di vita”.

Una storia, la sua – portata alla luce dal Quotidiano del Sud che aveva raccolto lo sfogo dei genitori e del legale della famiglia -, che aveva commosso l’opinione pubblica. Una patologia causata dalla delezione parziale del braccio corto del cromosoma 9. Il quadro clinico è molto variabile e di solito è caratterizzato da disabilità intellettiva.

Tramite le colonne del giorno giornale mamma Maria Rosaria, papà Massimo, e l’avvocato Caterina D’Agostino, si erano rivolti all’Asp e al Comune di Vibo chiedendo l’attivazione del “Progetto di vita” anche per lui che gli avrebbe fornito tutto il supporto necessario, anche nel momento della dipartita dei genitori, sgravando così questi ultimi da spese divenute ormai insostenibili per assicurare il giusto e costante apporto al proprio figlio.

PROGETTO DI VITA INIZIALMENTE NEGATO A FRANCESCO

Tali progetti hanno una “copertura” assistenziale totale per i bambini, ma Francesco, avendo 24 anni, non rientrava in quanto la normativa prevede la compartecipazione della famiglia alle spese per la figura dedicata che sarebbe disponibile solo per alcune ore quando invece il supporto dovrebbe essere almeno del doppio del tempo. Ogni cosa, anche quella più semplice, aveva una difficoltà amplificata. Ad esempio il posto più vicino per fare anche un esame del sangue è a Enna perché Francesco non sta mai fermo e quindi serve l’attrezzatura giusta. In uno dei viaggi a Roma Maria Rosaria e Massimo sono ritornati con evidenti segni di graffi e ciocche di capelli sparse per l’auto.

Una condizione di estrema difficoltà, dunque, ma i due genitori non si sono mai persi d’animo. L’eco mediatica generata dall’articolo del “Quotidiano del Sud” ha portato  ad occuparsi del caso del ragazzo vibonese la trasmissione di Raidue “Storie Italiane”, condotta da Eleonora Daniele. Qualche giorno dopo Maria Rosaria e Massimo sono stati convocati dall’Unità di valutazione multidisciplinare dell’Asp che ha analizzato il caso e alla fine la notizia tanto attesa: Francesco potrà accedere ai “Progetti di vita”.

LA CONFERMA DALL’ASP DI VIBO: OK AL PROGETTO PER FRANCESCO

La conferma è arrivata dal Orlando che innanzitutto ha chiesto “scusa alla famiglia come Azienda e a tutte le famiglie che versano in condizioni simili”, raccontando una volta appreso del caso “ci si è attivati immediatamente. A me piacerebbe che non fosse solo un esempio Francesco, ma che fosse un modello da poter replicare con tutti i casi simili. Abbiamo cercato di fornire un supporto a 360 gradi, quindi oltre alla riabilitazione psichiatrica, all’operatore socio-sanitario che curerà le autonomie personali, pensiamo anche al day hospital un paio di volte al mese dove il ragazzo potrà effettuare un prelievo ematico senza doversi recare fuori provincia. A questo si aggiungerà un supporto psicologico alla famiglia. Ovviamente il servizio sarà tutto gratuito come è nostro dovere  fornire i servizi sanitari”.

LE PAROLE DEI GENITORI E DELL’AVVOCATO

“Per Francesco è un giorno importante e lo è anche per noi – ha commentato la madre – Abbiamo ho capito che tante volte i tempi della burocrazia quando c’è qualcuno che ti ascolta si possono anche abbattere. Spero che Francesco sia un esempio nel nostro territorio. Eravamo arrivati al punto di non crederci più ma invece c’è chi ci è venuto incontro. E mi preme ringraziare tutti, dal Quotidiano del Sud, a “Storie Italiane” e a Roberta Spinelli, la sua inviata che hanno preso a cuore questa vicenda”; “Adesso sia l’Asp che il Comune hanno una bella opportunità: scrivere un bel progetto di vita che possa essere apripista per tanti altri ragazzi che hanno bisogno”, ha chiosato il padre.

Soddisfazione anche dall’avvocato D’Agostino seppur con una punta di amarezza: “In situazioni in cui il diritto alla salute, che deve essere costituzionalmente garantito invece non lo è, spesso serve la denuncia sugli organi di stampa per far aprire gli occhi a chi di competenza. Non dovrebbe essere così in un mondo civile, ma per fortuna il risultato è stato raggiunto”.

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