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Biogas, le proteste a La Martella (Matera)

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Biogas, si alza la critica verso le rassicurazioni della Regione che escludeva la realizzazione dell’impianto a La Martella


Un’opzione ricorso al Tar per contestare platealmente l’autorizzazione ad un privato per un impianto di biogas a La Martella e la critica alla Regione per non aver mantenuto la parola. In questo senso circola in queste ore una foto elettorale della campagna delle Regionali in cui dopo un’assemblea pubblica del 10 aprile a La Martella l’assessore Latronico garantiva: «La Regione Basilicata nell’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti prende atto della volontà espressa dalla comunità del borgo La Martella e dal Comune di Matera ed esclude la possibilità di realizzare impianti di produzione di biogas o biometano». Parole confermate anche da alcuni residenti del borgo e che evidentemente amplificano ulteriormente l’amarezza dei cittadini e puntano il dito verso le ultime novità.

BIOGAS A LA MARTELLA, L’INTERVENTO DELL’EX CONSIGLIERE PATERINO


In questo contesto torna ad intervenire l’ex consigliere Michele Paterino che innanzitutto ricorda e sottolinea il silenzio generale di enti e associazioni in merito all’autorizzazione ricevuta a La Martella e la sua iniziativa «di portare a conoscenza la cittadinanza della decisione adottata dal governo Regionale di autorizzare la realizzazione del summenzionato impianto nella zona industriale del Borgo».


Paterino individua poi anche un’opzione successiva e suggerisce: «sicuramente i singoli cittadini del borgo, il Comitato Civico “Ludovico Quaroni” e le associazioni “Amici del Borgo” e “Schierarsi Matera”, che tutti abbiamo apprezzato per la determinazione con cui hanno difeso le ragioni sacrosante dei propri concittadini nella manifestazione svolta sotto il Palazzo comunale e nella seduta aperta del Consiglio Comunale del 29 gennaio 2024, ove l’assise ha deliberato all’unanimità di escludere il quel sito dalla localizzazione dell’impianto di biogas potrebbero appellarsi alla decisione presa.

PATERINO: «NON SI PUÓ DECIDERE CONTRO LA VOLONTÀ DEI CITTADINI»


Tutto ciò nella consapevolezza che, su alcune questioni di particolare importanza, non si può decidere contro la volontà dei cittadini.
Un atto politico sicuramente importante, ma non vincolante per la Regione Basilicata, alla quale spetta l’ultima e decisiva parola.
A questo punto mi domando: perché le iniziative di protesta messe in atto dai Comitati e dalle associazioni del Borgo e che si sono dimostrate efficaci nei confronti della amministrazione comunale non sono state ripetute sotto i palazzi regionali ? Magari, se attuate, forse avrebbero potuto ottenere una diversa localizzazione dell’impianto» insiste ancora Paterino.
«Che ruolo hanno avuto su questa vicenda i partiti locali di centrodestra che pure hanno votato contro la localizzazione dell’impianto in quell’area rispetto alla decisone adottata poi dal governo regionale?
Vista la conclusione di questa vicenda, mi sovviene alla mente una citazione celebre di Giulio Andreotti: “A pensare male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”.


Evidentemente non escluderei che l’obiettivo di chi ha cavalcato la protesta non era quello di impedire la localizzazione dell’impianto nell’area industriale del La Martella, ma semplicemente di impedirne una possibile eventuale realizzazione di iniziativa pubblica». Poi dalla critica politica si entra maggiormente nel merito dei possibili temi di ricorso al Tar.

BIOGAS, POSSIBILI TEMI DEL RICORSO AL TAR


«Dunque, tra le ragioni che potrebbero giustificare il ricorso amministrativo sicuramente rientra ed è predominante la tutela del bene primario della salute dei cittadini del borgo La Martella (art. 32 della Costituzione “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”).
Proprio per la sua localizzazione, l’impianto di biogas a ridosso del Borgo ha infatti delle potenzialità inquinanti e quindi, non potendosi escludere effetti dannosi per la salute dei residenti, per la salubrità delle coltivazioni, oltre alla contestuale presenza di attività imprenditoriali nel settore agroindustriale, l’aumento del traffico veicolare, ecc.ecc., sarebbe opportuno una diversa allocazione dello stesso.


Anche l’Amministrazione comunale, nella persona del commissario prefettizio, potrebbe valutare di impugnare il provvedimento in virtù di quanto deliberato dal Consiglio Comunale del 29 gennaio 2024.
Per onestà, va evidenziato che se l’istruttoria e tutto l’iter seguito sono stati fatti in modo regolare, difficilmente il TAR accoglierebbe il ricorso. Tuttavia» ammette in conclusione Paterino, «quello di proporre ricorso è un tentativo che va compiuto comunque, anche per rispetto dei cittadini del Borgo, la cui volontà non è stata tenuta in nessuna considerazione dal governo regionale».

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