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Traffico di badanti, dalle intercettazioni emergono contatti intensi tra società di assistenza domiciliare e presunta gang del crotonese


CROTONE – «Ascoltami Antonio, ho una signora davanti a me. Di 92 anni, non autosufficiente, nel senso che va lavata ma la notte dorme, è una signora calma, dopo che la sistemi sul divano non fa altro. La figlia aiuterà la badante nell’igiene».

C’è tanto bisogno di assistenza domiciliare, mentre alcune Asp calabresi riducono i budget. In queste sacche di mercato si sono inseriti i trafficanti di badanti. Georgiane, nella fattispecie. La presunta organizzazione smantellata dalla Squadra Mobile di Crotone aveva contatti con la “Marvan di Lucia Maria”, società che eroga prestazioni di assistenza domiciliare. Dalle conversazioni intercettate nell’ambito dell’inchiesta, emergono contatti intensi tra Maria Lucia e Antonio Miletta, ritenuto al vertice della gang. Sono numerose le trattative documentate dalle captazioni eseguite dai poliziotti. Molte delle anziane non autosufficienti sono residenti nel Catanzarese, non solo nel Crotonese.

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L’offerta interessava anche famiglie di Guardavalle, Lamezia Terme, Andali, Sellia, Catanzaro Lido. Ma gli interessi erano anche sulla costa tirrenica, perché nelle intercettazioni si parla di “stipendi da 1200 euro” a Falerna e Cetraro. Sono brani considerati interessanti dagli investigatori perché evidenziano l’accordo economico tra Miletta e Lucia. Quest’ultima ottiene la commissione direttamente dalle famiglie che si recano presso la Marvan. Miletta e le coindagate georgiane ottengono direttamente dalle badanti il “prezzo” del collocamento.

TRAFFICO DI BADANTI, I CONTANTI TRA L’ORGANIZZAZIONE E LA SOCIETÀ DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Lo schema è collaudato. La titolare della Marvan prende contatto con i datori di lavoro sfruttando la pubblicità legale della propria ditta, concordando lo stipendio mensile in relazione alle specificità delle persone fragili da assistere a domicilio e, successivamente, affida il collocamento a Miletta.

«A me basti tu, Antonio – direbbe la donna – A me non mi interessa Maria né Tamuna né chi collabora con te. Io devo avere un rapporto con te e poi tu gestisci quello che vuoi con le tue collaboratrici a me questo non tocca». Dalle intercettazioni emerge anche che ci sono agenzie concorrenti della Marvan. Quello che è certo, secondo gli inquirenti, è che la donna fornisce un «contributo fondamentale alla realizzazione del programma criminoso», avendo piena consapevolezza che le donne che le vengono proposte da Miletta e dalle coindagate georgiane sono irregolari e prive di permesso di soggiorno.

«A Falerna vediamo se riesco a trovarla oggi una che parla, parlicchia, perché quella che parla abbastanza bene non vuole andare, non vuole andare. Ce n’è una che parli? Diciamo che capisce un pò tutto?». Miletta si mette all’opera e pesca anche al di fuori del bacino gerorgiano. «Sto cercando nuovi gruppi, nuovi collegamenti. Qualche ucraina che ha già lavorato. È appena arrivata una donna di 52 anni, kirghisa, sono pure brave, non ne vedo da anni kirghisi, la posso portare anche questa mattina». «Va bene Antonio, ti faccio sapere in mattinata».

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