Il sequestro del depuratore
1 minuto per la letturaSPILINGA (VIBO VALENTIA) – I carabinieri presso la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha sequestrato il depuratore di Spilinga su disposizione del giudice per le indagini preliminari Graziamaria Monaco su richiesta del procuratore Bruno Giordano.
Nell’operazione sono state indagate anche due persone, Adriano Ferro, di 29 anni, di Botricello, legale rappresentante della ditta Multiservizi Scarl, e Concetto Porcelli, capo ufficio tecnico del Comune di Spilinga.
Nella sua ordinanza, il gip ha sottolineato «la perpetrazione di una condotta di frode nelle pubbliche forniture e di abbandono di rifiuti speciali a seguito di un errato sversamento dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane».
In seguito ad accertamenti sull’impianto di depurazione, la cui gestione è affidata dal Comune di Spilinga alla Multiservizi, «risultavano evidenti criticità: una delle tre linee acque/fanghi è risultata fuori uso; una delle tre pompe della stazione di sollevamento in avaria per blocco termico, la condotta by pass della stazione di sollevamento priva di paratoia e/o misuratore di portata, nonché di sistemi di telecontrollo; il nastro pressa fuori funzione; la vasca di raccolta sabbie piena ed invasa da vegetazione spontanea».
«Tali inefficienze – scrive il gip – determinano uno sversamento incontrollato ed illecito dei reflui fognari, specialmente nel caso in cui ci siano forti precipitazioni atmosferiche in zona, come peraltro si è recentemente verificato, causando trascinamenti e dilavamenti di fanghi nella vasca di clorazione e conseguentemente nel limitrofo corpo recettore finale (fiumara di Brattirò), con seri danni ambientali».
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