Un'aula di tribunale
1 minuto per la letturaREGGIO CALABRIA – Il Tribunale di Reggio Calabria ha condannato a sette anni di reclusione Emanuele Quattrone, presunto esponente della ‘ndrangheta della frazione “Gallina”. Condannato a tre anni anche il nipote di Quattrone, Francesco.
I due erano entrambi imputati di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le due condanne emesse dal collegio giudicante presieduto da Silvia Capone sono da mettere in relazione con le minacce, su cui fecero luce i carabinieri, subite da una coppia di coniugi, il musicologo Martino Parisi e la moglie Serafina Corrado, dirigente scolastico, fondatori del coro “Pentakaris” e di una scuola di musica per bambini.
Parisi e la moglie subirono una serie di attentati alla loro abitazione e ripetute minacce rivolte anche i loro figli. Il musicologo e la moglie, costituitisi parte civile nel processo con l’assistenza dell’avvocato Andrea Alvaro, avevano denunciato i fatti ai carabinieri indicando nei due condannati i presunti responsabili delle minacce (teste di capretto infilzate nel cancello della villa, tentativi di irruzione notturna ed un ordigno rudimentale costruito con una bombola di gas che per fortuna non esplose).
Secondo l’accusa, in particolare, i due condannati avevano tentato di estorcere danaro a Martino Parisi e Serafina Corrado, dai quali avevano ricevuto l’incarico di realizzare nella loro villa lavori affidati ad un’impresa edile di fatto riconducibile a Emanuele Quattrone. Alla coppia sarebbe stata rivolta una richiesta estorsiva di 250 mila euro in aggiunta alla somma pattuita per i lavori. Martino Parisi e Serafina Corrado rifiutarono sin da subito l’imposizione, denunciando i fatti ai carabinieri.
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